Quelli che sembravano scenari distanti, lontani, persino immaginati e ludicamente inventati, forse fiabesca costruzione di qualche genio malefico, oggi paiono terribilmente concreti, vicini, palpabili. L’idea d’una Volkswagen pronta a fagocitare l’italianissima Alfa Romeo, con storia, modelli, tradizioni, valori, ricordi, nostalgie, odori e sapori compresi, è sempre più in voga. Ma non è una moda: è la scena d’un settore industriale che s’evolve. E che lo fa non tenendo conto della sfera sentimentale.
Che cosa cambia rispetto a ieri? Volkswagen sarebbe uscita allo scoperto e quelle che dovevano essere voci, voci soltanto, in questo momento, ora, sono proposte vere e proprie. Chiariamo subito: Marchionne e i suoi non hanno accettato, non accettano. L’amministratore delegato di Fiat Group avrebbe, al contrario, grandi progetti per Alfa Romeo. Così la carta canta: 500.000 veicoli del Biscione da produrre annualmente dal 2014. Un passo lungo, lunghissimo. Forse più della gamba stessa.
Alcuni analisti hanno risposto al desiderio di Marchionne, l’uomo col maglione della salvezza Fiat, quello del mezzo milione di unità sparpagliate per le strade mondiali ogni trecentosessantacinque giorni, affermando che questo sarebbe possibile se Alfa Romeo passasse di mano in mano sino a raggiungere quelle teutoniche del Gruppo Volkswagen.
L’idea di avere in potere un brand emozionale come quello del Biscione è di vecchia data: già, in Volkswagen, s’aveva voluto far diventare Seat un alter-ego spagnolo emulatore dell’italiano. Ora che la casa automobilistica di Martorell non naviga in acque limpide, il programma potrebbe essere quello di eliminare il brand dalle scene e sostituirlo con il vero, reale ed unico costruttore Alfa Romeo. A dirla tutta, Volkswagen s’è assicurata una serie di forze che potrebbero faziosamente prendere posizione per l’acquisizione. Walter De Silva, storico amante del Biscione, la matita di Alfa Romeo 147. Luca De Meo, che ne è stato amministratore delegato.
E poi c’è Italdesign di Giorgetto Giugiaro (quello di Alfa Romeo Alfasud), la più recente delle digestioni teutoniche del Gruppo Volkswagen, a.k.a. bandiera del Made in Italy. Tutto sembra predestinato, tutto sembra già scritto: entro il 2018, Volkswagen vuole assumere una grande parte del controllo del mondo automobilistico. Per ora, Fiat Group ringrazia e rifiuta l’offerta.
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