Maradona in Argentina è un mito e lo stesso accade per Valentino Rossi, autore di una performance da incorniciare. Qui vince e lo fa rimontando dall’ottava posizione. Non solo: nell’ultimo giro inserisce Marquez nel mirino e lo supera. Tensione alle stelle, poi la caduta del campione del mondo in carica.
Prima sul traguardo del circuito malese di Formula 1 abbiamo visto sfrecciare Vettel e abbiamo visto tornare in grande spolvero la Ferrari che secondo Rosberg sarebbe dovuta andare a sbirciare nella scuderia Mercedes per capire l’anello mancante tra Maranello e la vittoria. Invece il tedesco ha sorpreso tutti. Poi è arrivato Rossi.
Tante volte il nome di Valentino Rossi è stato accostato a quello della Ferrari, ma spesso solo per scherzo o per pubblicità.
La sua passione per le auto però non è mai stata nascosta, come non ha mai nascosto che quando abbandonerà le moto potrebbe pensare di darsi alle quattro ruote. Dopo un esordio con scarsi risultati nel rally, ora Vale ci ha provato con una vera auto da corsa sul circuito di Monza. Ma anche questa volta non è andata granché bene.
Da prassi, un inchino. Allora Valentino Rossi, in procinto di salire sulla Ducati (tutta nera, senza segni di riconoscimento: l’ha imposto Yamaha per garantire il lasciapassare), si è prostrato di fronte alla sua nuova moto. Valencia: erano le 12.23 e gli appassionati delle due ruote – soprattutto gli italiani – hanno potuto salutare una nuova stagione motociclistica. Il Dottore in Ducati.
Vestito di nero e di giallo, un numero – il 46 – impresso al centro della felpa con lacci color sole, sul casco un punto di domanda. Non è il passaggio di consegne ufficiale perchè Rossi è legato alla scuderia nipponica fino al prossimo 31 dicembre. Ma è il preambolo della prossima MotoGp. E, per ora, ci basta. Alla fine, i giri di pista sono 56, il tempo (miglior crono, 1’33″882) non fa ancora testo e neppure diventa elemento di preoccupazione il fatto che Jorge Lorenzo, anch’egli in fase di test, abbia girato di oltre un secondo più veloce.
Si corre per vincere, per la gloria, per la fame. E, poichè Jorge Lorenzo ha già messo in cascina il titolo di campione del mondo di MotoGp 2010, il circuito del Portogallo diventa momento in cui soddisfare le altre due esigenze.
La gloria, la fame. Primo anche in terra lusitana, il 99 Yamaha, che ha preceduto l’ancora compagno di squadra (manca poco al passaggio effettivo del Dottore in Ducati) Valentino Rossi e l’italiano – grande Dovi! – Andrea Dovizioso finito sul gradino più basso del podio dopo un duello entusiasmante con il redivivo Marco Simoncelli.
Rossi ha provato a prendersi il Gp ma, non riuscendo, non ha cercato scuse: “Non avevamo abbastanza passo e Lorenzo era più veloce. Mi è venuto a riprendere e poi è andato via“.
Dovizioso, dal canto suo, non può che registrare con soddisfazione la terza piazza ma la Honda che avrebbe dovuto metterlo nelle condizioni di sfrecciare, in realtà qualche problema di assetto lo aveva: “Sono contento della terza posizione, era importante ma non sono contento della velocità, non sentivo bene la moto e non potevo spingere di più“.
Finalmente è arrivato anche il turno di Felipe Massa. Oggi, infatti, il pilota brasiliano, può tornare al volante della Ferrari. La scuderia di Maranello si è trasferita a Barcellona sul circuito del Montmelò dove ValentinoRossi sta effettuando la sua tre giorni di prove iniziata mercoledì. Per the doctor oggi è l’ultima giornata su quattro ruote, prima di gettarsi nella preparazione del motomondiale 2010. Per Massa, invece, si tratta del ritorno in pista dopo il gravissimo incidente dello scorso anno al Nurburgring quando un trauma cranico lo ha costretto a stare lontano dalla F.1 per cinque mesi.
Ennesimo riconoscimento per Luca Cordero di Montezemolo, Presidente della Ferrari: mentre scriviamo, infatti, la massima carica del Cavallino sta ricevendo a Madrid il “Marca Leyendà“, premio carico di valore e significato assegnato dal quotidiano sportivo spagnolo ad atleti o personalità di rilievo del mondo dello sport.
Elenco già ricco di premiati, tant’è che Montezemolo è il numero quarantaquattro e il nome del massimo referente della scuderia di Maranello va ad aggiungersi a quelli – tra gli altri – di Usain Bolt, Alberto Tomba (1998) e Valentino Rossi (2008).
Nella settimana di Giancarlo Fisichella, finalmente alla guida della Ferrari seppur per circostanze spiacevoli (non si può certo dimenticare che tutto nasce dallo sforunato incidente in cui è incappato Felipe Massa), appena dopo le dichiarazioni di Valentino Rossi che – seppur riconoscendo il fascino della Rossa e i brividi alla sola idea di poter correre a Monza per il Cavallino – si è detto per nulla pronto a guidare una monoposto, ecco giungere in concomitanza la dichiarazioni del convalescente Felipe Massa che, dalle pagine del Guardian concede più di uno spunto di discussione.
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