Marchionne lascia il suo posto di AD nel 2016?

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Nel corso di un discorso tenuto a Treverse City, in Michigan, in occasione di un evento – come riporta il quotidiano nazionale Repubblica sul proprio sito internet -, l’Amministratore Delegato del Lingotto Sergio Marchionne ha annunciato che potrebbe lasciare il suo posto in Fiat S.p.A. e contemporaneamente le sue cariche in Chrysler Group a partire dall’anno 2016. Anche se mancano cinque anni al momento, la sua decisione ci cade tra le mani quasi senza preavviso: abituati a vederlo su quello scranno, sarebbe e sarà complesso abituarsi all’idea di un volto differente (sia per chi lo stima, sia per chi lo disprezza).

Fiat-Chrysler, 2011-2014: solo conferme

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Fiat e Chrysler sono ormai un connubio consolidato che garantisce di guardare al futuro delle due aziende in maniera ottimistica: le valutazioni, fresche di pubblicazione, del Lingotto, portano a ritenere che nel 2014 si potranno vendere circa 6 milioni di auto.

Non solo: tutti confermati i target finanziari del 2011: la gestione ordinaria dovrebbe chiudersi con un utile che oscilla tra lo 0,9 e l’1,2 miliardi di euro. Sul fronte ricavi, l’annualità va a voltare pagina con un totale di 37 miliardi e un indebitamento industriale netto tra 1,5 e 1,8 miliardi. E’ quanto si evince in seguito all’incontro – roadshow – di Londra, organizzato per valutare l’opportunità di un nuovo bond e nel corso del quale sono state date risposte agli investitori europei: presente, quale volto sempre più armonico della Fiat, l’amministratore delegato Sergio Marchionne che ha fatto la spola tra Stati Uniti e Londra.

Chrysler, Obama e Marchionne fianco a fianco

Barack Obama consacra e mostra di apprezzare in maniera notevole il percorso intrapreso da Chrysler, che è riuscita a colmare il debito accumulato nei confronti degli Stati Uniti.

Da a Toledo, in Ohio, direttamente nello stabilimento Chrysler: è da lì, con Sergio Marchionne al finaco, che il presidente degli Usa ha salutato gli operai dell’azienda e stretto loro mani riconoscenti per avergli salvato il posto di lavoro. Le prime parole di Obama:

“A breve Chrysler sarà al 100% in mani private. Non potrei essere più orgoglioso di quanto fatto. L’industria dell’auto è tornata: tutte e tre le case di Detroit creano ora occupazione ai ritmi più veloci dal 1990″.

Proprio Marchionne, nella circosatnza, ha avuto modo di intrattenersi con Obama dopo aver garantito, con una tempistica più veloce di quella concordata, il rimborso dei prestiti ai governi americano e canadese e dopo aver stipulato l’accordo con il Tesoro per l’esercizio dell’opzione di acquisto del 6% per 500 milioni di dollari. Non solo: il Lingotto potrebbe incrementare la propria parte di un altro 5% entro l’anno. Lo stesso Marchionne ha avuto modo di esprimersi in merito al processo in atto:

Jeep, tre nuovi SUV già in fase di sviluppo per il mercato europeo

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I piani di Sergio Marchionne per la casa automobilistica Jeep in Europa? Ambiziosi, in una parola soltanto: il manager (Chief Executive Officer del Gruppo Chrysler e Managing Director di Fiat S.p.A. e Fiat Industrial S.p.A.) vuole incrementare il peso del brand statunitense nel Vecchio Continente, riuscendo entro il 2014 ad aumentare il volume di vendite Jeep, qui, da 25.000 unità per anno a 125.000 unità per anno. Il piano è molto più complesso ed elaborato: Marchionne desidera ingrandire la presenza di tutto il Gruppo Chrysler in Europa: per farlo, c’è bisogno di portare il volume di vendite da 420.000 unità per anno (dato del 2010) ad 800.000 unità per anno entro il 2014.

Gruppo Fiat: nuova operazione finanziaria, si arriva al 46% del Gruppo Chrysler

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“Fiat ha raggiunto un accordo con Chrysler Group LLC e gli altri soci di Chrysler relativamente all’esercizio da parte di Fiat della “Incremental Equity Call Option” spettante a Fiat ai sensi dell’Operating Agreement di Chrysler”. Così si legge nell’incipit del comunicato stampa diffuso dalla società italiana Fiat S.p.A., all’indomani del raggiungimento del 46% della proprietà della società statunitense Chrysler Group. Il conglomerato di aziende nostrano ha ingranato la quinta marcia, come si suol dire (se ci fossero rapporti ancora superiori, avrebbe scelto pure quelli): in poco meno di un mese, la società ha dapprima portato la propria partecipazione al 30% del totale, per poi, in queste ore, aumentare ancora ulteriormente la proprietà (un incremento aggiuntivo del 16%).

Gruppo Chrysler: la società italiana Fiat S.p.A. sale al 30% della proprietà

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La società italiana Fiat S.p.A. ha raggiunto il 30% del Gruppo Chrysler: si tratta del secondo step del progetto dell’Amministratore Delegato del Lingotto, Sergio Marchionne, che aveva già annunciato questo passaggio cruciale nelle scorse ore (durante un evento sul tracciato di balocco per la presentazione della nuova gamma della casa automobilistica statunitense Jeep) e che aveva già previsto questa mossa nell’accordo tra il conglomerato italiano e quello di Detroit, siglato alcuni mesi fa. Oggi arriva soltanto la conferma ufficiale dall’azienda torinese: “La Fiat annuncia che è stato raggiunto il secondo dei performance event previsti dal Chrysler Group Operating Agreement, come modificato, dalla cui realizzazione deriva un incremento del 5% della propria quota di partecipazione in Chrysler. L’incremento ha effetto da oggi. La quota di Fiat in Chrysler sale al 30%”. Così si legge all’interno del comunicato stampa, molto breve, divulgato dalla stessa Fiat S.p.A.

Fiat, Marchionne: “Produrre auto elettriche non conviene”

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Più di uno spunto di riflessione: succede sempre quando a pronunciarsi è l’Amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne, il quale si è stavolta pronunciato nel corso dell’assemblea degli azionisti presso il Lingotto di Torino e nella conferenza stampa che ha fatto seguito. L’esordio è rivolto alle considerazioni economiche relative all’andamento del comparto automobilistico nel più prossimo corso:

“Il mese di marzo non sarà un grande mese, fino a quando non passerà il periodo 2010 in cui erano in corso gli incentivi non si può fare un raffronto 2010-2011. Per il 2011 ci aspettiamo un miglioramento generalizzato dei mercati, ad eccezione di quello delle autovetture in Europa la cui performance è influenzata dai cali già ampiamente previsti in Italia e in Francia”.

C’è il tempo, per Marchionne per rilasciare qualche affermazione anche in merito alle auto elettriche: tutt’altro che un’apertura verso quel tipo di produzione non per preconcetti culturali quanto piuttosto per insostenibilità economica. Le parole di Marchionne:

Marchionne: “Fiat a Detroit? Forse”. Immediate reazioni: Chiamparino chiede un incontro

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Le parole odierne dell’Amministratore delegato di Fiat e Chrysler, Sergio Marchionne, faranno discutere per parecchio per l’implicita ammissione che tra due o tre anni Fiat e Chrysler potranno diventare un’unica entità che potrebbe avere sede negli Stati Uniti. E’ soprattutto questo il messaggio che colpisce delle varie affermazioni rilasciate da Marchionne, il quale aggiunge:

“Sono ancora ipotesi, stiamo studiando e comunque non faremo passi fino a quando non avremo restituito i prestiti concessi dai governi di Usa e Canada. Chrysler supererà la soglia dei 2 milioni di vetture vendute nel 2011: il risanamento iniziato 19 mesi fa continua su un trend buonissimo. Mirafiori è uno stabilimento fondamentale per il progetto Fabbrica Italia ma nel Bel Paese si fa troppa politica”.

Ancora:

“Finchè sarò amministratore delegato terrò Alfa Romeo“.

Inevitabili le prime, immediate reazioni. Giorgio Airaudo della Fiom:

Salone di Detroit 2011, Chrysler 300 – foto live

La nuova Chrysler 300, la grande tre volumi americana che non sarà commercializzata in Europa (se non sotto le – mentite – spoglie Lancia), è stata presentata, la scorsa settimana, tra gli stand del Salone di Detroit 2011, ma sino ad oggi non vi avevamo ancora mostrato le foto dal vivo (siamo stati un po’ avari, lo ammetto): le massicce proporzioni della nuova 300 sono ancora esposte negli Stati Uniti (ci rimarranno sino al prossimo 23 gennaio) e questa galleria di immagini è un riassunto del debutto. La maturazione del linguaggio stilistico di Chrysler 300, rispetto alla precedente generazione, dà una parvenza di maggiore raffinatezza (lo si nota nelle foto meno posate, meno studiate).