La solitudine del campione Michael Schumacher

Il triste tramonto del Kaiser si chiama Valencia e Mercedes Gp. Ma ha anche un pizzico di Ferrari, il tutto mischiato dalla forza di Fernando Alonso. Michael Schumacher, tornato in F.1 all’età di 41 anni, fortemente voluto da Ross Brawn e dalla Mercedes per lanciare il nuovo team e fare da balia a Nico Rosberg, è il re nudo. Esageriamo? Per il momento no, visto che lo stesso pilota tedesco è apparso demoralizzato nella sua tre giorni di test a Valencia, dove ogni volta ha dovuto risolvere una grana. Ha iniziato con il bimbo col cappellino della Ferrari a cui non ha concesso un autografo, ha proseguito con il pranzo solitario nel motorohome del Cavallino alla ricerca, forse, di allentare la pressione dopo le frecciatine del mese scorso e ha continuato rassegnandosi a rimanere alle spalle di Felipe Massa e Fernando Alonso.

Barrichello a Rosberg: “Lascia la Mercedes GP finché sei in tempo”

Che a Rubens Barrichello non sia mai stato simpatico Michael Schumacher, non era un mistero per nessuno. Ma che l’ex pilota della Brawn GP, adesso alla Williams, debba mettere in guardia il giovane Nico Rosberg dall’aggressività del sette volte campione del mondo, suona quasi come un allarme. Barrichello deve ancora digerire le sei stagioni come secondo pilota trascorse al fianco di Schumi: il tedesco doveva vincere, mentre il brasiliano doveva fargli da fido scudiero. “Deve andarsene dalla Mercedes GP – ha tuonato Barrichello alla volta di Rosberg –. E’ l’unico consiglio che posso dargli”. In effetti il rapporto tra il brasiliano ex ferrarista e il tedesco non è mai stato idilliaco: Schumacher era il campione che catalizzava le attenzioni di tutti, mentre per Rubens era riservato il lavoro sporco. Come nel 2002 in Austria, quando sul circuito di Zwelteg, la Ferrari intimò a Barrichello, che in quel momento era in testa alla gara, di lasciare strada a Schumi in seconda posizione. Rubens si rifiutò di eseguire l’ordine, ma secondo quanto riferito in seguito dal brasiliano, dai box la richiesta si trasformò in minaccia di una “regolazione nei termini del contratto”.

Formula Uno 2009, il pagellone dei piloti: Jenson Button 9,5

jenson_buttonAll’insegna della regola più elementare, il Mondiale 2009 di F1 viene vinto dal pilota – Jenson Button – che ha collezionato più vittorie nel corso della stagione. L’inglese ne ha collezionate cinque, a fronte delle quattro di Sebastian Vettel e delle due di Rubens Barrichello, Mark Webber e Lewis Hamilton. Novantacinque i punti archiviati dal nuovo campione del Mondo, undici in più del secondo – Vettel su Red Bull.

Dire che Button si sia meritato il posto più alto del podio anche nello speciale pagellone preparato accuratamente per salutare l’avvento del 2010, è cosa ovvia e incontrovertibile. Perchè non dieci, perchè non nove ma un giudizio intermedio (9.5) quale voto finale è presto detto. Tenuto presente che Button, pilota di qualità ma impossibilitato a lottare per il titolo negli anni precedenti a causa dei limiti oggettivi delle scuderie per le quali ha gareggiato (Williams F1, Benetton, Renault, BAR, Honda) non avrebbe mai immaginato quale opportunità gli potesse assicurare la Brawn Gp, l’impresa riuscita al britannico è da Mission Impossible. Basti considerare che, dei sette gran premi vinti in carriera, cinque sono datati 2009.

Vettel: “Red Bull, nel 2010 si lotta per il Mondiale”

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Il campionato 2009 gli ha riservato una piacevole sorpresa perchè Sebastian Vettel, alla guida di una monoposto Red Bull, è riuscito nell’impresa di ottenere un secondo posto nella classifica piloti, alle spalle del Campione del Mondo 2009, Jenson Button. Annata formidabile, che – se fosse cominciata meglio – avrebbe potuto trasformarsi in una stagione da incorniciare.

Perchè Vettel, un punto alla volta, un podio dietro l’altro, ha messo in crisi il primato dell’inglese fino all’ultimo: gli è riuscito il mezzo miracolo di andare a riprendere Rubens Barrichello ma non quello di strappare l’iridato a Button. Nonostante ciò, c’è di che essere soddisfatti per quanto fatto: quattro vittorie messe in bagaglio (l’ultimo in occasione della gara conclusiva di Abu Dhabi), due secondi posti e due terze posizioni. Altra nota lieta per il tedesco, il fatto di essersi ritirato soltanto tre volte, il che equivale a dire che su diciassette gran premi, Vettel ha concluso la gara per 14 volte.

Gp Abu Dhabi, qualifiche: Hamilton in pole, male le Ferrari (Raikkonen undicesimo, Fisichella penultimo)

vettel-abu-dhabi

Gp Abu Dhabi griglia di partenza:

1 Lewis Hamilton  GBR McLaren 1:40.948
2 Sebastian Vettel GER Red Bull 1:41.615
3 Mark Webber AUS Red Bull 1:41.726
4 Rubens Barrichello BRA Brawn GP 1:41.786
5 Jenson Button GBR Brawn GP 1:41.892
6 Jarno Trulli ITA Toyota 1:41.897
7 Robert Kubica POL BMW Sauber 1:41.992
8 Nick Heidfeld GER BMW Sauber 1:42.343
9 Nico Rosberg GER Williams 1:42.583
10 Sébastien Buemi SVI Toro Rosso 1:42.713
11 Kimi Räikkönen FIN Ferrari 1:40.726
12 Kamui Kobayashi GIA Toyota 1:40.777
13 Heikki Kovalainen FIN McLaren 1:40.983
14 Kazuki Nakajima GIA Williams 1:41.148
15 Jaime Alguersuari SPA Toro Rosso 1:41.689
16 Fernando Alonso SPA Renault 1:41.667
17 Vitantonio Liuzzi ITA Force India 1:41.701
18 Adrian Sutil GER Force India 1:41.863
19 Romain Grosjean FRA Renault 1:41.950
20 Giancarlo Fisichella ITA Ferrari 1:42.184

Braw-tton piglia tutto: Ross e Jenson, fantastico 2009

Button-campione-2009Jenson Button si è laureato campione del Mondo di Formula 1 con una gara di anticipo. Gli è bastato il quinto posto a Interlagos per mettere a tacere tutti coloro – leggi Bernie Ecclestone in primis – che si auguravano un finale di annata con i verdetti decisivi all’ultimo appuntamento di Abu Dhabi. L’inglese è l’espressione della felicità: quei 29 secondi di distacco accumulati dal primo al trgauardo, il pilota Red Bull Mark Webber, non gli danno oggi alcun peso.

Quel che conta è che Sebastian Vettel lo preceda di una misera posizione (ha guadagnato un punto rispetto all’inglese, quindi matematicamente tagliato fuori da ogni possibile rincorsa) e che Rubens Barrichello, a cui era capitata la grande opportunità di giornata grazie alla pole position di ieri, gli stia dietro di tre posizioni (il brasiliano ha chiuso all’ottavo posto a oltre 16 secondi da Button). Altro che pressione, altro che inesperienza.

Interlagos, pre gara: Brawn Gp e Ferrari, parola ai piloti

barrichello-interlagos

Dopo il vortice di emozioni e di maltempo, si riparte nel segno di Rubens Barrichello. Il pilota brasiliano in forza alla Brawn Gp, infatti, può contare su una doppia, fondamentale chance per tenere vivo il campionato del mondo di Formula 1: sua la pole position, dato estremamente positivo che fa il paio con la pessima prestazione di Jenson Button.

L’enorme possibilità di recuperare qualcosa sui 14 punti che lo distaccano dall’inglese è servita su un piatto d’argento. Estremamente utile, in tal senso, l’esperienza accumulata nei sei anni di Ferrari che, se non altro, hanno insegnato a Barrichello – che era il secondo di un mostro sacro quale è Michael Schumacher – il modo in cui gestire la pressione.

Button è di gran lunga meno esperto: il dettaglio potrebbe fare la differenza. Le parole dei due piloti Brawn Gp, a poche ore dal semaforo verde della gara di Interlagos, sono eloquenti. L’ex ferrarista sa che enorme opportunità gli sia stata riservata dalla sorte:

Gp Interlagos, libere 1 e 2: risultati e interviste

f1-interlagosTop ten Brasile prove libere 2

1 Fernando Alonso  SPA Renault  1:12.314
2 Sébastien Buemi SVI Toro Rosso 0.043
3 Rubens Barrichello BRA Brawn GP 0.145
4 Mark Webber AUS Red Bull 0.200
5 Jenson Button GBR Brawn GP 0.209
6 Jarno Trulli ITA Toyota 0.291
7 Sebastian Vettel GER Red Bull 0.297
8 Nico Rosberg GER Williams 0.319
9 Adrian Sutil GER Force India 0.406
10 Lewis Hamilton GBR McLaren 0.435

Per ora, le cose migliori le ha fatte vedere Fernando Alonso che, in sella a una Renault splendida, si è aggiudicato le libere di Interlagos. 1:12.314 il tempo del prossimo ferrarista, capace di mettere in fila, nell’ordine, Sebastien Buemi (poca benzina) e Rubens Barrichello. Attardati Jenson Button – quinto posto provvisorio – e Sebastian Vettel, solo settimo. Male le Ferrari: roba che solo il tempo di Alonso (che nel frattempo ha incontrato e abbracciato Felipe Massa) può regalatre qualche sorriso nei box della Rossa.

Ecclestone: “Button, dimentica Interlagos e vinci ad Abu Dhabi”

bernie-ecclestone

Le incertezze relative alle ultime fasi del Mondiale 2009 interessano e coinvolgono anche il patron della Formula 1. Bernie Ecclestone, infatti, si è sbilanciato a proposito dell’esito di questi scampoli di corsa per azzardare un’ipotesi. Quella che ogni decisione relativa al vincitore dell’iridata si rimandi all’ultimo gran premio utile, quello di Abu Dhabi. Un accorato appello, in tal senso, Ecclestone lo ha rivolto a Jenson Button.

Cortesia impone che non potesse augurargli di non vincere, sicchè l’auspicio rivolto un po’ al destino, un po’ a Button e un po’ – maniera velata ma evidente – anche a Sebastian Vettel e che l’attuale leader della classifica piloti rimandi la vittoria proprio ad Abu Dhabi. Come dire: caro Jenson, dimentica che domenica si corre a Interlagos, riposati, stai bello fresco e in forze per la gara successiva perchè è lì che devi dare il meglio di te. Testuale:

Vettel verso il Brasile: “Button, attento! Non ho nulla da perdere”

button-podioVentidue anni, signori! E la possibilità di lottare per uno dei titoli sportivi – quello di campione del Mondo di Formula 1 – più ambiti. Parliamo senza alcun dubbio di Sebastian Vettel che, seppur distanziato di 16 punti dal leader provvisorio di graduatoria, l’inglese Jenson Button, non demorde e pensa con enorme determinazione a dare battaglia fino a che la matematica glielo consentirà.

Mancano due appuntamenti alla fine della stagione 2009 (quello di domenica in Brasile e quello di Abu Dhabi) ed è fuori discussione che, dopo una prima parte dominata dalla Brawn Gp che, grazie ad una conduzione perfetta ha messo in archivio la competizione quasi subito, Vettel sia riuscito piano piano a rosicchiare punti preziosi sfruttando nel migliore dei modi sia la qualità della sua Red Bull e il lavoro di squadra dell’intera scuderia, sia la crisi di prestazioni e risultati (ma ci aggiungiamo anche una confusione spesso sfociata in penalità pesanti) della Brawn Gp.