F1, litigio tra Ecclestone e Brawn, Mercedes vicino al ritiro

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La Mercedes è pronta ad uscire dalla Formula Uno se le tensioni tra Ecclestone e Brawn non dovessero risolversi.
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La diatriba nata in vista del prossimo Patto della Concordia pare non trovare un punto in comune tra Brawn che ha preteso maggiore considerazione per il suo team ed Ecclestone che non intende cedere carta bianca al costruttore tedesco. Attualmente tra le grandi squadre, Mister B. è riuscito ad accaparrarsi il consenso di Ferrari, McLaren e Red Bull.

Red Bull rifiuta accordo risorse, vicina rottura FOTA


Helmut Marko, consulente della squadra Red Bull Racing, ha fatto sapere che il team non firmerà un accordo che cercherà di imporre dei limiti sulle risorse che vengono investite in Formula 1.

La Red Bull è sotto mira, in quanto è risultato che la squadra vincitrice del campionato, abbia superato il tetto massimo di spesa imposto precedentemente per far fronte a sprechi e favorire le squadre più piccole.

E ‘del tutto pieno di buchi. Chiunque può semplicemente eludere le norme. Quindi non firmiamo” questa la spiegazione di Marko.

La Red Bull si sente già in una posizione di credito rispetto a gli altri team, in quanto recentemente hanno accettato attraverso la FOTA di eliminare definitivamente gli scarichi soffiati per il mondiale 2012, il componente più innovativo che quest’anno ha permesso alla squadra austriaca di fare la differenza e vincere entrambi i mondiali.

Così, senza lo scarico non ci resta che pensare a qualcosa di nuovo” ha detto Marko. “E abbiamo Adrian Newey“.

Il progettista britannico pare stia lavorando duramente sulla ereditaria della RB7. “Mi aspetto che sarà pronta per il primo test a Jerez” ha dichiarato Vettel, riferendosi a gli eventi di apertura campionato 2012, che lo attendono a febbraio “Al momento siamo nei tempi previsti“.

Nick Fry annuncia battaglia tra Team, FIA ed Ecclestone


L’amministratore delegato della Mercedes è sicuro che in vista del prossimo Patto della Concordia ci saranno delle vere e proprie battaglie tra i protagonisti della Formula 1. Lo scopo è quello di riuscire a guadagnare più soldi dallo sport.

I team che attualmente ricevono una remunerazione pari al 50% dei ricavi(pari a 658 milioni di dollari nel 2010), hanno precedentemente riferito che il loro obiettivo è quello di raggiungere quota 70-75%. Un aumento che dovrebbe andare a discapito della società di Bernie Ecclestone, la CVC Capital Partners che detiene i diritti commerciali della F1.

Ma nonostante i team si siano alleati attraverso la FOTA, Ecclestone aveva recentemente riferito che per loro non esiste possibilità di guadagnare un 70%. Fry prevede delle difficili trattative, anche perché già le squadre si sono mobilitate per conto loro per fare pressione sulla questione.

Al momento non stiamo dicendo nulla alla CVC di Bernie” ha detto. “Penso che l’associazione dei team stia lavorando molto duramente dietro le quinte per stabilire la nostra posizione”.

Il fatto è che anche la FIA vuole allargare i suoi guadagni, con il nuovo presidente Jean Todt convinto di poter ottenere più di quello che fece Max Mosley quando nel 2001 firmò l’accordo con Ecclestone.

Spieghiamo come si guadagna in Formula 1


I soldi fanno i soldi ed i pidocchi fanno i pidocchi” questo detto antichissimo è perfettamente applicabile al mondo della Formula 1, sul tema inerente alla remunerazione che le varie squadre percepiscono a termine stagione.

Basti fare l’esempio della Williams per capire tutto. Questo team in passato era uno tra i più forti ed attirava diversi sponsor, poi purtroppo ha subito un calo spaventoso e proprio in questo 2011 ha toccato il fondo con prestazioni al dir quanto pessime.

Dunque poco successo pochi soldi, ma è anche vero che pochi soldi non portano al successo, in quanto la macchina necessita studi ed investimenti monetari con una particolare costanza.

Il guadagno maggiore per un team di Formula 1 arriva dai media, quindi chi riesce ad attirare più sponsor attraverso il successo riesce anche a guadagnare di più e allo stesso tempo a rendere la sua disponibilità pubblicitaria più esclusiva.

La Formula 1 deve cancellare Ecclestone


Tra qualche anno il patto della concordia finirà ed è chiaro a tutti che i team di F1 hanno intenzione di eliminare il monopolio di Ecclestone per ridare vita allo sport numero uno dell’automobilismo che da sempre è schiavizzato dall’imprenditore britannico.

Con questo articolo si spiega lo strano modello di business della Formula 1, un modello atipico, unico particolare, che non reca nessun beneficio allo sport solo, ma serve esclusivamente ad alimentare le tasche dei super ricchi attraverso tasse incredibili.

Le tasse annuali che un circuito deve sostenere per ospitare le gare di F1 sono di 40 milioni di $. Questi sono soldi che vanno a finire direttamente nei conti della FOM, dunque è chiaro che per un organizzatore di gare dover ricoprire un costo del genere comporta una vendita a biglietto di 400 $ a testa per un totale di 100.000 posti. Ma non tutti i circuiti possono ospitare un numero cosi elevato di spettatori, così recentemente gli organizzatori hanno chiesto aiuto ai governi locali, il che è risultato molto conveniente ad entrambe le parti, perché è scontato che una gara di F1 porta tantissimi benefici al paese, di cui entrate economiche dovute al turismo.

Questo in considerazione di eventi come le Olimpiadi o la Coppa del Mondo è sicuramente più economico. Londra per le Olimpiadi 2012 spenderà circa 15 miliardi di $, anche se le entrate saranno parecchie per non parlare del fatto che molte strutture rimarranno in città ridando maggiore luce soprattutto al quartiere est della capitale inglese.

Ma la netta differenza balza quando si parla di NASCAR negli USA. Questo sport automobilistico è l’esempio che la Formula 1 del futuro deve seguire. Tra le parti interessate si negoziano gli accordi commerciali ed alla fine ne risulta che il 65% dei ricavi va destinato ai circuiti, un 25% ai team e solo il 10% è il ricavo dello sport. Inoltre i circuiti detengono anche il controllo delle entrate superiori e anche delle sponsorizzazioni, merchandising e concessioni.

Utilizzando questa strategia NASCAR guadagna meno di FOM, ma si creano più incentivi per i circuiti nell’agire nel migliore interesse dello sport, quindi tutti sono disposti ad offrire eventi di successo che servono a migliorare il marchio stesso dello sport.

Porsche studia un ingresso in F1 con Audi


E’ accaduto tutto a Londra durante la riunione FOTA, in prospettiva dei cambiamenti per il 2013, tra cui la discussione sull’utilizzo di un motore turbo da 1.6 litri. Era presente il presidente della Porsche Mattias Muller, presenza che si riallaccia ad un possibile ritorno della casa automobilistica sotto lo stesso marchio Porsche o Audi.

Il ritorno potrebbe avvenire appunto come fornitore di motore, oppure in qualità di azionista per qualche squadra, come ad esempio la Mercedes nei confronti della McLaren. Ovviamente non sfugge l’opzione di acquistare un team già esistente, perché con il nuovo Patto della Concordia spinto dalla FOTA, i team potrebbero ottenere un aumento dei loro ricavi dal 50% al 75%, il che vorrà dire che gestire un team di Formula 1 oltre a realizzare un’importante marketing globale d’immagine, porterà dei veri profitti.

I pretendenti di Porsche e Audi sono molti. La Red Bull ha da sempre coltivato forti legami con l’Audi attraverso azioni ed iniziative di business. Colin Kolles, proprietario della Hispania Racing possiede buoni collegamenti con la casa tedesca, mentre la Williams che soffre di problemi finanziari e che ultimamente pare sia disposta a cedere alcune azioni, collabora attraverso contratti con la Porche grazie alla fornitura di tecnologia ibrida.

F1: la FOTA da speranza, ma a compromessi

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Diciamo che quasi tutti i team si sono iscritti al campionato 2010 di Formula Uno, anche se si tratta di un impegno con riserva, infatti la FOTA ha dettato tutte le condizioni che la Federazione dovrebbe rispettare affinchè l’impegno in Formula Uno prosegui senza problemi. La principale clausola è il mantenimento dell’attuale regolamento 2009, modificato solo da alcune proposte della FOTA stessa.