Cina, i costruttori vogliono ridurre il peso delle automobili

Se non v’hanno fatto paura fino ad oggi, temo sia il tempo di riconsiderare la forza dei solerti costruttori automobilistici cinesi. Parlo a voi, fabbricanti europei, colossi teutonici, pianificatori del dominio del comparto: dovete tenere in grande considerazione, sempre più, la potenza di imprese che stanno tentando di fagocitare il mercato, che, sino ad oggi, è sempre stato spartito tra Vecchio e Nuovo Continente. La più recente evoluzione del Paese della Grande Muraglia, in campo automobilistico, è una particolare liaison, stretta tra alcuni importanti nomi dell’industria, che mirerebbe ad investire denaro e lavorare alacremente sul peso delle automobili lì prodotte. Mi spiego…

Porsche Engineering, svilupperà le cabine di nuova generazione per Scania

È una possibilità, ma è una possibilità che mi spaventa. Vero è che, sempre più spesso, sempre più repentinamente, gli abbracci e le strette di mano industriali tra aziende, costruttori, produttori e chiunque altro, nel comparto automobilistico, nascono e si spengono, vanno e vengono. E più sei globale, più sei pesante sull’economia mondiale, più hai l’abitudine a stringere e recidere rapporti. È il caso del Gruppo Volkswagen (e chi sennò?), che ha appena annunciato la liaison amorosa tra Scania, costruttore svedese di autocarri e autobus controllato da Wolfsburg, e Porsche.

Cina: GM prende, FIAT lascia (forse)

La Cina è la “nuova El Dorado” dove tutte le case automobilistiche del mondo cercano di affermarsi quanto prima possibile accaparrandosi sostanziose fette di mercato.

A conferma di ciò arriva la notizia che General Motors sta per aprire un nuovo centro di ricerca molto avanzato (e costoso visti i 250 milioni di dollari investiti sola nella prima fase!), teso alla scoperta di nuovi tipi di carburanti.