Ci sono marchi che hanno segnato per sempre la storia dell’automobilismo. Sia quello “civile”, di tutti i giorni, che quello sportivo agli albori delle corse in auto quando la Formula 1 odierna non era neppure lontanamente nei più rosei e avveniristici sogni di alcuno. Uno di questi marchi, italiano, è nato a Milano ed ha dato vita a veri movimenti di appassionati. Parliamo di Alfa Romeo.
Il Biscione, ora in forze al gruppo FIAT, pardon, FCA dopo la fusione col colosso automobilistico statunitense Chrysler, ha rinnovato e razionalizzato la sua offerta realizzando nuove vetture dal design affascinante e orientato sopratutto ad appassionati under “anta”, con motorizzazioni per tutti i gusti, anche quelli più esigenti. E, in quanto esigenti, grazie a FCA abbiamo avuto modo di provare una di queste vetture.
Si tratta di una automobile col nome da donna che rievoca un passato tutto italiano. Un passato iniziato nel lontano 1955 è durato fino al 1985, tornato in auge nel 2010. Aggiungeteci poi un Quadrifoglio Verde, il simbolo storico delle Alfa Romeo da competizione che fece la prima comparsa come porta fortuna sulla Alfa Romeo RL di Ugo Sivocci nell’occasione della Targa Florio del 1923, e avrete la vettura della nostra prova. Avrete sicuramente capito.