F1, confermato Bahrain e l’alternanza del GP di Spagna

f1 confermato bahrain e l'alternanza del gp di spagna

Bernie Ecclestone si schiera dalla parte di quelli che credono che non esiste la cattiva pubblicità. Minimamente sfiorato dalle critiche internazionali sulla questione Bahrain, il patron della F1 non si tira indietro e alla domanda se in futuro il suo sport tornerà in Medio Oriente, ha confermato senza indugi.
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Nel frattempo l’alternanza tra Valencia e Barcellona è stata confermata a partire dal 2013. Meno appuntamenti in Europa si traduce così per Ecclestone quale possibilità di poter internazionalizzare la Formula 1 verso i mercati emergenti dell’Asia e delle Americhe.

F1 2012, Force India non si ritira dal Bahrain

ciao

Il team indiano sarà presente questo fine settimana per il Gran Premio nel deserto.
gp bahrain force india 2012
Dopo l’episodio della bomba molotov, che indirettamente ha coinvolto dei membri della squadra mentre si dirigevano nel loro hotel, il vice capo Bob Fernley ha rilasciato un comunicato spiegando che il team non tornerà in Gran Bretagna, come invece ha chiesto uno dei personaggi coinvolti nella strana vicenda. Intanto tra i piloti sembra esser calata una falsa tranquillità e solo l’ex campione del mondo Damon Hill è tornato a puntare il dito contro Ecclestone e Jean Todt.

GP Bahrain 2012, strategie, statistiche e segreti

gp bahrain 2012 strategie statistiche e segreti

Dopo i recenti dubbi sulla praticabilità della gara, la Formula Uno questo fine settimana si appresta a svolgere il suo quarto appuntamento nel cuore del deserto.
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Purtroppo lo sport non vivrà il solito week-end da protagonista, in quanto le proteste e la vivace situazione politica sono al centro dell’attenzione. Ciò nonostante il circuito di Sakhir si rivela come prova impegnativa per via delle alte temperature. Qui non si è mai corso ad Aprile, quindi un notevole impegno per i freni, ma soprattutto per le gomme spinte verso un’anomala usura. Di seguito tutte le informazioni e le caratteristiche della pista.

GP Bahrain 2012, Jean Todt fallisce ed Ecclestone ignora la violenza

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Conto alla rovescia, si va in Bahrain, ma quali interessi sono stati rispettati? Sicuramente non quelli di chi manifesta per le strade del paese arabo, rischiando la propria vita per ottenere più democrazia.
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Bernie Ecclestone è stato intervistato e continua ad ignorare i fatti di cui tutti parlano. Secondo l’imprenditore britannico in Bahrain è tutto tranquillo, mentre i Gruppi per i diritti umani come Human Rights Watch (HRW) e Amnesty International hanno ribadito che dallo scorso anno è cambiato davvero poco. In tutto questo Jean Todt è assente, non mette voce in capitolo. Il Presidente della FIA ha assunto un ruolo poco rilevante e sembra essere sottomesso a gli interessi del patron della Formula 1.

F1 Bahrain, i team sono pronti a non correre

Proteste, violenze e manifestazioni stanno rendendo sempre più difficile la sopravvivenza della gara in Bahrain, così le squadre si sono organizzate nel caso in cui non si dovesse svolgere il Gran Premio.

Per tutti coloro che saranno presenti in Cina è previsto infatti un doppio biglietto, il primo nel caso in cui l’appuntamento dovesse essere rispettato come da calendario. Il secondo diversamente con destinazione Europa. I responsabili delle squadre si incontreranno in Cina per prendere una decisione, intanto la FIA sta monitorando costantemente la situazione del paese.

F1 Bahrain, parlamentare inglese: La gara un danno irreversibile

Dopo l’allarme lanciato da Damon Hill è la volta del deputato laburista Richard Burden ad inviare un avviso alla FIA inerente alla gara in medio oriente.

Il parlamentare tiene a puntualizzare che fino ad una settimana fa è morta una persona per le stesse ragioni che vivono nel paese da più di un anno e mentre è sicuro che l’organizzazione locale farà di tutto affinché si garantisca il buon andamento dell’evento, il danno al lungo termine al quale lo sport va in contro può essere irreversibile.

F1 Bahrain, ucciso manifestante, gara a rischio

La situazione in Bahrain è tutt’altro che calma. Diversamente da come vuol far credere Bernie Ecclestone, questa settimana si sono verificati seri episodi che possono compromettere la sicurezza.

Un ragazzo di 22 anni è stato ucciso, mentre cercava di fotografare alcune proteste e allo stesso tempo le squadre di Formula 1 hanno fatto sapere che è già pronto un piano che permetterebbe loro di ripiegare le macchine dalla Cina verso l’Europa, scavalcando il Bahrain grazie al transito per Dubai. Scontri e proteste sono all’ordine del giorno nel paese del medio oriente e intanto è giunta notizia che i manifestanti faranno di tutto per compromettere il Gran Premio.

F1 Bahrain, in vendita i biglietti del GP


L’aria politica internazionale che si respira in questo 2012 non è simpatica. Il Bahrain ha annunciato l’inizio della vendita dei biglietti relativi al Gran Premio che regolarmente verrà disputato nelle date tra il 20 e 22 aprile. La presentazione ufficiale dell’evento è stata accompagnata da uno slogan alquanto bizzarro e provocatorio: Unif1ed – Nation One In Celebration. Attraverso questo i promotori hanno spiegato che lo sport è elemento unificatore e che la Formula 1 dunque ha un effetto positivo per la nazione, nonostante secondo quest’ultimi ci sia già una situazione sotto controllo.

F1 2012, Gran Bretagna alza voce contro Bahrain


La Formula 1 non deve andare in Bahrain. Questo è quello che otto membri del parlamento inglese, sette dai quali provenienti dalla House of Lords, hanno voluto ribadire presentando una lettera al Times. Il Gran Premio è previsto per fine aprile, ma la recente instabilità politica e la delicatissima situazione in medio oriente, ha portato gli inglesi a lanciare questo appello diretto alla FIA e Bernie Ecclestone.

Le preoccupazioni si fanno sempre più forti, perché la Formula 1 non può mettere a rischio mezzi, materiali e soprattutto la vita delle persone. La stabilità nel Bahrain non è sotto controllo, già a dicembre quando una task force FIA formata da Jean Todt, Damon Hill e altri funzionari si era recata li, ottenendo un’impressione poco chiara dalla situazione complessa del paese.