Ecoincentivi, Termini Imerese, cassa integrazione, contributi governativi, Sergio Marchionne, Fiat: in questo periodo, tutto ciò che ruota intorno al mondo del Lingotto pare essere fonte di notizie con aggiornamento in tempo reale. La Fiat è senza ombra di dubbio l’azienda italiana per antonomasia, quella attorno alla quale è ruotato lo sviluppo economico e infrastrutturale della penisola nel corso degli ultimi 60 anni e vive il 2010 con gli stessi dubbi che avvolgono il futuro prossimo di ciascuna delle case automobilistiche su scala planetaria. La crisi settoriale che ha interessato il mondo delle auto non ha risparmiato neppure il colosso torinese che ha cercato di limitare i danni puntando in maniera decisa verso gli ecoincentivi da garantire al cliente per incentivarne l’intento di cambiare la propria vettura. Politica, quella dei contributi, che ha pagato eccome, se è vero come è vero che la Fiat a gennaio ha incrementato le vendite nazionali di una percentuale che oscilla attorno al 30% rispetto a quella fatta registrare nel gennaio 2009 (da 158.457 a 206.341 unità). Per non parlare di quanto bene stia andando il mercato estero: i numeri dicono che la percentuale di incremento vendite in Europa si attesti attorno al 20%, con 7 punti percentuali al di sopra della media de mercato. Se due indizi fanno una prova, devono aver pensato i vertici del Lingotto, perchè non proseguire sulla falsariga di gennaio anche il mese successivo?