Il salone dell’auto di Detroit

NAIAS
La città degli Stati Uniti di Detroit ha ospitato uno degli eventi più importanti dell’anno per il settore delle auto. La città ribattezzata Motor City ha perso parecchia brillantezza negli ultimi anni, ma sogna di tornare in auge grazie alle automobili.

Jeep diventa sponsor della Juventus

Jeep e Juventus legati per i prossimi tre anni. Il marchio (non a caso) posseduto da Chrysler rimane “in famiglia” andando a sponsorizzare la squadra di calcio in possesso della Fiat.

L’operazione, condotta in casa dalla famiglia Agnelli e da Marchionne, grande “padre” della trattativa, vedrà questi che sono due tra i nomi più importanti nei rispettivi campi, legati a doppio filo per i prossimi tre anni.

Chrysler, Obama e Marchionne fianco a fianco

Barack Obama consacra e mostra di apprezzare in maniera notevole il percorso intrapreso da Chrysler, che è riuscita a colmare il debito accumulato nei confronti degli Stati Uniti.

Da a Toledo, in Ohio, direttamente nello stabilimento Chrysler: è da lì, con Sergio Marchionne al finaco, che il presidente degli Usa ha salutato gli operai dell’azienda e stretto loro mani riconoscenti per avergli salvato il posto di lavoro. Le prime parole di Obama:

“A breve Chrysler sarà al 100% in mani private. Non potrei essere più orgoglioso di quanto fatto. L’industria dell’auto è tornata: tutte e tre le case di Detroit creano ora occupazione ai ritmi più veloci dal 1990″.

Proprio Marchionne, nella circosatnza, ha avuto modo di intrattenersi con Obama dopo aver garantito, con una tempistica più veloce di quella concordata, il rimborso dei prestiti ai governi americano e canadese e dopo aver stipulato l’accordo con il Tesoro per l’esercizio dell’opzione di acquisto del 6% per 500 milioni di dollari. Non solo: il Lingotto potrebbe incrementare la propria parte di un altro 5% entro l’anno. Lo stesso Marchionne ha avuto modo di esprimersi in merito al processo in atto:

Fiat 500 EV: 10.000 dollari persi per ogni esemplare

Il prototipo della 500 elettrica destinata al mercato U.S.A.

Sul mercato nordamericano è attesa solo per il prossimo anno, ma la 500 EV, versione completamente elettrica della nota utilitaria chic torinese, già fa parlare di sé. E non per le sue qualità.

È lo stesso amministratore delegato di Fiat, Sergio Marchionne, a dichiarare che la 500 EV farà perdere al neonato Gruppo Chrysler-Fiat ben 10.000 dollari su ogni singolo esemplare prodotto e venduto. Ciò nonostante il prezzo di questa 500 sarà almeno tre volte superiore rispetto a quello della corrispondente versione a benzina.

Sono le batterie a ioni di litio che la equipaggiano ad alzare vertiginosamente i costi. E anche se la coppia motrice sembra promettere grande divertimento per chi guida, peraltro con una discreta autonomia (circa 160 chilometri con una ricarica), a Torino serpeggia il malcontento.

Fiat, Marchionne: “Produrre auto elettriche non conviene”

Foto: AP/LaPresse

Più di uno spunto di riflessione: succede sempre quando a pronunciarsi è l’Amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne, il quale si è stavolta pronunciato nel corso dell’assemblea degli azionisti presso il Lingotto di Torino e nella conferenza stampa che ha fatto seguito. L’esordio è rivolto alle considerazioni economiche relative all’andamento del comparto automobilistico nel più prossimo corso:

“Il mese di marzo non sarà un grande mese, fino a quando non passerà il periodo 2010 in cui erano in corso gli incentivi non si può fare un raffronto 2010-2011. Per il 2011 ci aspettiamo un miglioramento generalizzato dei mercati, ad eccezione di quello delle autovetture in Europa la cui performance è influenzata dai cali già ampiamente previsti in Italia e in Francia”.

C’è il tempo, per Marchionne per rilasciare qualche affermazione anche in merito alle auto elettriche: tutt’altro che un’apertura verso quel tipo di produzione non per preconcetti culturali quanto piuttosto per insostenibilità economica. Le parole di Marchionne:

Marchionne: “Fiat a Detroit? Forse”. Immediate reazioni: Chiamparino chiede un incontro

Foto: AP/LaPresse

Le parole odierne dell’Amministratore delegato di Fiat e Chrysler, Sergio Marchionne, faranno discutere per parecchio per l’implicita ammissione che tra due o tre anni Fiat e Chrysler potranno diventare un’unica entità che potrebbe avere sede negli Stati Uniti. E’ soprattutto questo il messaggio che colpisce delle varie affermazioni rilasciate da Marchionne, il quale aggiunge:

“Sono ancora ipotesi, stiamo studiando e comunque non faremo passi fino a quando non avremo restituito i prestiti concessi dai governi di Usa e Canada. Chrysler supererà la soglia dei 2 milioni di vetture vendute nel 2011: il risanamento iniziato 19 mesi fa continua su un trend buonissimo. Mirafiori è uno stabilimento fondamentale per il progetto Fabbrica Italia ma nel Bel Paese si fa troppa politica”.

Ancora:

“Finchè sarò amministratore delegato terrò Alfa Romeo“.

Inevitabili le prime, immediate reazioni. Giorgio Airaudo della Fiom:

Fiat, al via la selezione della rete di vendita negli Stati Uniti

Nella giornata di ieri, Fiat ha compiuto il primo passo verso l’America. Direte voi: il legame con Chrysler è già un bel passo compiuto. Una marcia. Certo, ma lo sbarco concreto, con vetture e tutto ciò che ne consegue, non è ancora avvenuto. Ed è, probabilmente, la parte più complessa del progetto: forgiare l’America e l’americano sul prodotto italiano. Spetta a Laura J. Soave il compito, amaro e onorevole, di preparare la strada alla piccola Fiat 500, la prima delle automobili del Lingotto che, dopo 25 anni, riporteranno là il brand italiano Fiat.

Lancia Yspilon e nuova Phedra, informazioni sulle due vetture

Alla luce della nascita di nuove e differenti geografie industriali, all’interno dell’assetto di Fiat Group e di Chrysler, sono nate preoccupazioni o gioie di sorta tra gli appassionati di taluno – o di ciascuno – dei marchi che fanno parte del pacchetto di brand del Lingotto. Per Lancia, tanto per fare un esempio e per non togliere il coperchio alla pignatta di Pandora di Alfa Romeo, invischiata in trame industriali di dubbio giudizio, si prevede un futuro ancora tutto da delinearsi: una casa automobilistica storica, all’interno del panorama italiano, ma rimasta – forse – troppo spesso in disparte.