Chrysler, Obama e Marchionne fianco a fianco

Barack Obama consacra e mostra di apprezzare in maniera notevole il percorso intrapreso da Chrysler, che è riuscita a colmare il debito accumulato nei confronti degli Stati Uniti.

Da a Toledo, in Ohio, direttamente nello stabilimento Chrysler: è da lì, con Sergio Marchionne al finaco, che il presidente degli Usa ha salutato gli operai dell’azienda e stretto loro mani riconoscenti per avergli salvato il posto di lavoro. Le prime parole di Obama:

“A breve Chrysler sarà al 100% in mani private. Non potrei essere più orgoglioso di quanto fatto. L’industria dell’auto è tornata: tutte e tre le case di Detroit creano ora occupazione ai ritmi più veloci dal 1990″.

Proprio Marchionne, nella circosatnza, ha avuto modo di intrattenersi con Obama dopo aver garantito, con una tempistica più veloce di quella concordata, il rimborso dei prestiti ai governi americano e canadese e dopo aver stipulato l’accordo con il Tesoro per l’esercizio dell’opzione di acquisto del 6% per 500 milioni di dollari. Non solo: il Lingotto potrebbe incrementare la propria parte di un altro 5% entro l’anno. Lo stesso Marchionne ha avuto modo di esprimersi in merito al processo in atto:

Opel, tutto deciso: no a Fiat, sì a Magna

opel-sceglie-magnaFinisce la telenovela, per riprendere le parole di Sergio Marchionne. Per Angela Merkel, cancelliere tedesco, è la “soluzione migliore, l’intesa e’ stata raggiunta con l’aiuto del presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, con cui ho avuto un colloquio telefonico poco prima della chiusura delle trattative”.

Opel ha scelto: accordo raggiunto con Magna.

La cancelliera ha precisato che sono state rispettate le regole europee e che sono state garantite le tutele per i lavoratori negli stabilimenti tedeschi.

Merkel si e’ quindi detta fiduciosa che i dettagli dell’operazione potranno essere definiti a breve. I dettagli della trattativa verranno definiti nel tempo di un mese: l’accordo è stato raggiunto nel cuore della notte del 30 maggio 2009 alle 2.20.

Ad annunciarlo il ministro delle Finanze tedesco, il socialdemocratico Peer Steinbrueck, al termine di una maratona di appuntamenti durati la bellezza di 12 ore. Magna dunque diventa un colosso da cinque milioni di vetture all’anno, con un forte orientamento sul mercati orientali della Russia e dell’ex Unione sovietica.