Le abbiamo sentite tutte, le campane, al punto da capirci ben poco. Secondo il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, la crisi economica è alle spalle, per Confcommercio e Confindustria il picco arriverà nel 2010.
Insomma, a chi bisogna dare ragione? Però, a prescindere dalle riflessioni di destra e manca, una cosa la possiamo dire: gli italiani, nonostante tutti i loro problemi, non rinunciano a vacanze (seppur brevi), sigarette, scommesse (Lotto, Superenalotto, gratta e vinci) e giochi vari.
Cene con gli amici e al ristorante, gite per i musei. Pare un controsenso ma il paradosso porta a chiedersi da dove effettivamente arrivi la crisi e chi ne sia più coinvolto? A questa domanda ha risposto la Standard&Poor’s, società esperta nel settore auto: e se Luca Cordero di Montezemolo ieri aveva detto che la sua Fiat va a gonfie vele e vive con ottime prospettive di sviluppo anche negli altri continenti , ci sono case automobilistiche che invece non navigano nell’oro.
Anzi, l’oro per un po’ potranno solo sognarselo. Secondo l’agenzia di rating, insomma, il fondo della crisi non è ancora stato toccato e l’industria automobilistica va considerata in transizione.
“Gli aiuti messi in campo dai Governi possono far fronte a parte dei problemi e consentire alle aziende di affrontare la crisi nel breve periodo, ma rischiano di rallentare il processo di razionalizzazione e riduzione della sovrapproduzione necessarie per consentire il riposizionamento delle aziende nel mercato del futuro”.
Il problema, dunque, è quello del dopo: secondo le loro previsioni, in Europa le vendite avranno una flessione del 13,5% nel 2009 ma in alcuni paesi come Germania, Francia e Italia in particolare l’anno più duro sarà il 2010 con un calo nelle vendite previsto rispettivamente del 32%, 11,5% e 9,3 per cento. Nessun problema, invece, per il resto del Mondo: Brasile, Cina e Russia sembrano i Pesi che meno degli altri risentiranno di tale crisi.