Alcuni giorni fa vi abbiamo raccontato che la società cinese Youngman non si è ancora data per vinta e che probabilmente presenterà una nuova offerta per acquisire il controllo di Saab, la casa automobilistica svedese a rischio di fallimento. Oggi ritorniamo ad interessarci al costruttore nordeuropeo, perché secondo alcune indiscrezioni anche il fondo di private equity turco Brightwell è pronto e deciso ad incontrare il management di Saab, in particolare il Chief Executive Officer Victor Muller, e a fare una propria offerta. Vi invitiamo a leggere queste parole con il beneficio del dubbio e a restare sul “chi va là”, dato che la casa automobilistica e le società interessate non hanno confermato, commentato, smentito la notizia. A raccontare quest’indiscrezione? Zamier Ahmed, membro del board che dirige il fondo turco.
Secondo le chiacchiere, Brightwell incontrerà durante le prossime ore o i giorni venturi il management di Saab, ma dovremo attendere almeno due settimane per capire l’entità e le caratteristiche dell’offerta che il fondo di private equity farà per acquisire il controllo della casa automobilistica. Facciamo subito una precisazione: stando alle indiscrezioni, Brightwell non ha intenzione di spostare la produzione dalla storica sede dell’azienda nordeuropea, cioè da Trollhättan, così come – per fare un esempio calzante e molto vicino alla situazione odierna – Geely, la società cinese che ha acquistato Volvo, non ha portato altrove la produzione del brand di Göteborg.
La Turchia non è certo famosa per il proprio contributo al mercato automobilistico, dato che sino ad oggi nessun brand di interesse continentale o extra-continentale ha avuto sede nel Paese. Eppure, il territorio turco è stato spesso scelto da moltissimi costruttori per installarvi stabilimenti produttivi: l’hanno fatto il Gruppo Daimler, Fiat S.p.A., General Motors, Honda, il Gruppo Hyundai-Kia, il Gruppo Toyota.
Sembra, dunque, che non sia ancora stata scritta la parola fine alla storia di Saab, anche se il futuro appare tutto in salita e non ancora certo. Non è ancora il momento, per ora, per l’estrema unzione.
Photo credits | Getty Images
Commenti (1)