Siamo davvero certi che la svolta ibrida non sia, nella maggior parte dei casi, una scelta fatta per risalto mediatico e non per una spinta morale – o etica – ecologica? Nell’ultimo momento automobilistico, complice una crisi che – dispettosa – ha rimescolato le carte industriali ed ha spodestato il regime di potere del petrolio – ma neppure così drasticamente, se si vuole –, gli sguardi dei big-boss dei colossi si sono rivolti verso altri fronti.
Ma che accade quando una vettura è, ontologicamente parlando, una sportiva, che, notoriamente, fa poco conto di emissioni e consumi? Porsche annuncia di aver sentito il bisogno di produrre una variante Hybrid di Panamera, la prima berlina di lusso del costruttore, alla stessa stregua di quanto accaduto per il SUV di casa, Cayenne.
Fin qui, nulla di male: taluni altre concorrenti, infatti, hanno già praticato questa strada (leggi BMW Serie 7 Active Hybrid e Mercedes Classe S 400 Hybrid): ma quanto davvero è ecologica una Porsche Panamera Hybrid, vettura che possiede una pesantezza di oltre 1.700 chilogrammi e che sfrutterebbe un’architettura binaria, formata da un’unità elettrica, che erogherebbe 46 cavalli, e dal propulsore – già proposto anche per il SUV Porsche Cayenne – 3,0 litri benzina V6, forte di 333 cavalli, il medesimo di Audi S4, che tanto ecologica non è?
Basta davvero l’aggiunta di un piccolo motore elettrico a soddisfare la fame ecologica? La nuova Porsche Panamera Hybrid potrebbe garantire, inoltre, prestazioni migliori della congiunta Cayenne, che percorre il ventaglio 0-100 in 6,5 secondi, proprio per una sostanziale leggerezza d’insieme (di oltre 200 chilogrammi). Infine, se la matrice presa a modello fosse proprio quella del fuoristrada della Cavallina di Stoccarda, la struttura potrebbe essere gestita da una trasmissione automatica ad otto velocità.
Porsche ha intrapreso una strada simile anche con Boxster: il costruttore sta, infatti, testando e progettando una serie di tre unità munite del plus elettrico: sarà davvero sufficiente questo passo, forse debole, forse no, a pulire lo sporco dell’inquinamento e a ridare lustro all’orgoglio – e linfa ai trend di vendita –?