Avete 140.000 euro (tasse escluse) nel taschino e non sapete che farne? Vygor, nuova casa automobilistica italiana, vi propone una soluzione: Opera. Cos’è? Una supercar (almeno, così loro la descrivono): una gran turismo per metà Sport Utility Vehicle (dei SUV ha le fiancate massicce ed il corpo voluminoso, l’altezza da terra marcata e la linea di cintura bombata). L’azienda dello Stivale, new-entry nel mondo delle automobili sportive, ha deciso di divulgare due nuove immagini della vettura, dopo le prime due mostrate nei mesi scorsi, ed ha scelto finalmente di darci nuove informazioni, per capire quali caratteristiche ha questo progetto.
La nuova Vygor Opera viene dotata di un motore 2.0 litri benzina prodotto da Mitsubishi e preparato da Terrosi, che viene proposto al cliente in tre differenti livelli di potenza: 300 cavalli e 380 Nm di coppia massima, 350 cavalli e 490 Nm di coppia massima o 420 cavalli e 590 Nm di coppia massima. Al propulsore, installato nella parte frontale della vettura, viene collegato un sistema di trazione integrale permanente (la trazione viene ripartita secondo i desideri del pilota, direttamente dall’abitacolo) e a due differenziali (anteriore Torsen, posteriore autobloccante). La meccanica della nuova Vygor Opera viene completata da un impianto di sospensioni a ruote indipendenti e da ammortizzatori prodotti da Ohlins dotati di serbatoio sperato con regolazione (il cliente potrà richiedere, in fase d’acquisto, anche un comando elettronico nell’abitacolo per modificarli).
La nuova Vygor Opera viene contraddistinta da un design pungente e davvero particolare, senza dubbio diverso da quello di tutte le supercar che oggi frequentano cordoli e rettifili: il frontale è spigoloso, il cofano motore fortemente increspato, la parte posteriore liscia, la coda alta, la fiancata poco dolce, i gruppi ottici pungenti, la fascia paraurti anteriore arzigogolata, i montanti massicci, i passaruota fin troppo sporgenti. E quanti LED.
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