Si chiama Felipe Nasr ed è un pilota brasiliano di formula 1, un altro brasiliano? Esattamente. E farà il suo debutto nel campionato 2015 su una Sauber. Fino a questo momento si dice molto soddisfatto dei risultati ottenuti in carriera, anche se gli è rimasta sullo stomaco la GP2, l’unica serie dove non ha sbancato. Perché?
Così come nella vita, anche in Formula 1 ci vuole parecchia fortuna per fare l’esordio in una squadra minore ma importante nel Circus. Basta pensare che Valsecchi ha nella sua teca un titolo GP2 conquistato nel 2012 ed ora è terzo pilota in Lotus. Leimer, invece, nel 2013 ha finito nel WEC ed ora corre nella Superformula in Giappone. Palmer stesso campione 2014, ha fatto i test sulla Force India ed ora è il pilota di riserva della Enstone.
Per Felipe Nasr è stato tutto diverso perché aveva dalla sua soltanto un terzo posto nel 2014 nel Circus per via del fatto che era il terzo pilota della Williams e quest’anno fa il grande salto di qualità divenendo titolare in Sauber accanto a Marcus Ericsson. E allora perché è andato così avanti il brasiliano.
Dopo il suo arrivo in Sauber, sono cambiati i colori della società e tra gli sponsor è comparso il Banco do Brasil. Si capisce che il suo passepartout si chiama sponsor. Anche perché in GP2 non ha mai vinto e se anche il talento c’è sono mancati parecchio i risultati. Avesse vinto la GP2 forse non ci sarebbero troppe invidie e tante altre malizie, ma Nasr può spiegare tutto:
Non sono diventato campione per numerose ragioni. La GP2 è una categoria molto competitiva, ma la cosa buona è che sono riuscito a vincere gare e lottare per il titolo negli anni in cui ci ho corso. Non tutti i piloti che sono in Formula 1 hanno vinto dei campionati, ma la GP2 è l’unica serie che io non ho vinto per alcuni errori del team e perché alcune cose non sono andate bene.