Il mondo delle auto e dell’imprenditoria italiana e mondiale oggi è in lutto perché è venuto a mancare questa notte, all’età di 85 anni, uno dei pezzi di storia del settore: Sergio Pininfarina.
Se abbiamo oggi alcune delle auto che hanno fatto la storia e soprattutto se il made in Italy del settore è conosciuto in tutto il mondo, lo dobbiamo soprattutto a lui. Nato nel 1926 dal fondatore dell’azienda di carrozzerie Battista “Pinin” Farina, ne diventa presidente in giovane età e grazie al suo ingegno e al suo lavoro la marca diventa famosa in tutto il mondo.
LA GENESI DI UN MITO – Ormai il suo nome era diventato un simbolo talmente forte che il Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi nel ’61 decise per decreto che il diminutivo del nome del padre, quel “Pinin” doveva essere unito al cognome Farina, per far nascere il nome, che era già diventato famoso in tutto il mondo, di Pininfarina. Ex presidente di Confindustria e Senatore a vita, a noi piace ricordarlo per le decine di carrozzerie che ha firmato in quasi un secolo di attività, e per la sua visione futuristica del mercato.
LE SUE AUTO PIUì BELLE – Fu il primo al mondo infatti a riconoscere l’importanza dell’aerodinamica nell’automobilismo, e così dobbiamo a lui il passaggio da quei carrozzoni con quattro ruote ad auto dalle linee sinuose e accattivanti. Il suo nome è stato così sinonimo di sportività ed eleganza, tanto che diverse Ferrari sono state firmate da lui e dai suoi amici Giugiaro e Bertone. Molte delle Alfa Romeo degli ultimi 70 anni portano il suo marchio, i primi modelli di Berlinetta della Ferrari, ma anche la 250 GT o la 500, per non parlare della Testarossa, della Mythos o della 456 GT, fino alle più recenti 360 Modena o la 550 Maranello portano tutte la sua firma.
Una firma internazionale come dimostrano anche quelle poste sulle Bentley e le Peugeot, ed i centinaia di premi ricevuti in tutto il mondo. Proprio in questi giorni, in occasione della mostra su Bertone, anche la collaborazione con Pininfarina è stata celebrata, ed ora i due più grandi designer italiani se ne sono andati, lasciandoci un gran vuoto dentro.
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