Intorno al termine dell’anno passato, la casa automobilistica Mitsubishi annunciò il desiderio di sviluppare una versione ibrida per ogni modello presente all’interno della gamma: oggi, passato un mese, in linea di massima, il programma di sviluppo del costruttore giapponese è più chiaro ed è possibile descrivere in maniera più dettagliata l’evoluzione del brand orientale. Ad ogni modo, all’interno del business plan dell’azienda di Tokyo non sono incluse soltanto le idee ecologiche per i prossimi anni, bensì un più ampio progetto di maturazione a livello internazionale. Vediamolo.
La casa automobilistica Mitsubishi, più nello specifico, s’è imposta di realizzare otto nuovi modelli elettrici o ibridi plug-in entro l’anno 2015 (a quattro da qui): le informazioni al riguardo sono scarse e il costruttore non s’è preso la briga di esplicitare quali siano i veicoli in fase di modellazione: siamo quasi certi, tuttavia, che nel programma dell’azienda nipponica ci sia spazio per la commercializzazione della concept car Mitsubishi Px-MiEV (un crossover ibrido presentato al Salone di Tokyo 2009 ed equipaggiato con un motore a combustione termica di 1,6 litri benzina e con due propulsori elettrici da 60 kW complessivi). La filosofia della casa automobilistica Mitsubishi è facilmente descrivibile: ridurre emissioni, ridurre consumi, aumentare efficienza.
Il business plan della società giapponese prevede, inoltre, una più stretta collaborazione con la casa automobilistica Nissan (già ora, infatti, i due brand stanno lavorando insieme ad un’utilitaria compatta) e la realizzazione di modelli “globali”: non più vetture specifiche per un limitato numero di mercati, bensì piattaforme Mitsubishi diffuse in ogni Paese, indistintamente (la prima pedina di questa politica è la nuova Mitsubishi Concept Global Small, la nuova generazione di Colt, che sarà presentata al Salone di Ginevra 2011). Infine, il progetto di evoluzione redatto dal costruttore nipponico prevede anche una maggiore attenzione ai mercati emergenti, come quello russo, quello cinese, quello brasiliano, con la realizzazione di modelli adatti anche a queste economie.