L’avvicinarsi dela pensione (mandato in scadenza, ndr) sta ringalluzzendo Max Mosley che, da qualche tempo a questa parte, non perde occasione per rilasciare dichiarazioni inerenti al presente più immediato e al futuro più prossimo del contesto della Formula Uno.
Stavolta, dopo aver sentenziato ulteriormente sull’episodio che ha interessato la Renault e Flavio Briatore attaccando nuovamente l’operato di quest’ultimo, è tornato a sviluppare il “Mosley-pensiero” a proposito del successore in Fia. Stavolta, non c’è condanna nelle sue parole ma unappoggio incondizionato verso clui che, a detto di Mosley, può essere considerato l’nico vero erede ai vertici della Federazione. Ovvero, Jean Todt.
Tuttavia, vista l’antipatia che suscita il personaggio a più di un addetto ai lavori e a buona parte delgli appassionati, non siamo sicuri del fatto che abbia reso un servigio all’ex ferrarista:
“Jean Todt è la persona ideale: non è un uomo che si fa comandare da altri. Direi, da nessuno. Quando era alla Ferrari faceva a modo suo e non permetteva nemmeno al presidente Luca Cordero di Montezemolo di dirgli cosa doveva fare: un comportamento da chi sa bene quale siano le proprie mansioni e le capacità. Proprio a causa del suo storico legame con la Ferrari farà di tutto per non essere uomo di parte e rappresentare in maniera oggettiva ogni scuderia. Non ho proprio nulla di personale contro l’altro candidato, Vatanen, anche se la pensiamo diversamente sulle tematiche ambientali: lui non crede al riscaldamento globale”.
Non si fano attendere neppure le impressioni relative agli sviluppi imminenti cui la Formula 1 è chiamata e l’auspicio più grande di Mosley è quello che ciascuno si adoperi per ridurre i costi della F1:
“In questo ambiente dominato dai grandi capitali e da persone egocentriche, la Fia deve rimanere neutrale e mantenere il controllo del potere. Si tratta di un compito ingrato di enorme proporzioni”.
sate 12 Ottobre 2009 il 12:08
al peggio non c’è mai fine!