Le associazioni che rappresentano il mondo dell’auto sono stanche delle tasse sulle auto, e del governo. Ben inteso, del governo come entità, perché il gettito fiscale dal trasporto privato lo hanno cercato tutti i governi, dalla benzine alle tasse di circolazione.
Ora, ad alzare la voce, arrivano Anfia, Federatuto e Unrae. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è l’eurotassa che il 5stelle vuole mettere in manovra, e che la Lega ha già bocciato.
Le richieste e la storia
Le tre associazioni hanno firmato un documento chiaro: “I primi a farne i conti sarebbero i cittadini virtuosi che acquistano una nuova vettura, che in ogni caso inquinerà meno di una “vecchia”, il mercato dell’auto subirà una pesante flessione, con conseguenze per l’occupazione e per le entrate dello Stato: meno veicoli venduti corrispondono a meno imposte incassate. Ricordiamo che nel 2017 la contribuzione derivante dall’acquisto dei veicoli (versamento IVA e IPT), è stata di 9,4 miliardi di Euro”.
Le associazioni contestano l’applicazione delle “politiche per il miglioramento della qualità dell’aria” applicate sulle auto nuove, quando continuerebbero a circolare auto di più di 20 anni di età. Le nuove tasse colpirebbero invece i nuovi acquisti, meno inquinanti.
Un problema italiano, questo, là dove a Londra invece, si vuole espandere la zona green a tutta la città. Colpa di decenni di politiche fallimentari sui trasporti pubblici.