Le più recenti indiscrezioni sul marchio Lamborghini, la storica casata fondata a Sant’Agata Bolognese e naturalizzata tedesca, finita nel ramo adozioni del Gruppo Volkswagen, in un periodo in cui sta avvenendo un forte cambiamento di rotta verso mercati orientali, nuovi al fascino delle supercar del Toro, hanno gettato sul tavolo della programmazione futura due nuove tipologie di vettura, che latitano all’interno del listino e che prendono spunto dalla tradizione della casa automobilistica sportiva italiana.
Pare infatti che Lamborghini sia al lavoro su un SUV, da realizzare sfruttando l’esperienza maturata nel settore da Volkswagen Touareg e Porsche Cayenne, le vetture sorelle che sono state di recente modernizzate: il tentativo sarebbe quello di riesumare il ricordo di Lamborghini LM002, un fuoristrada dalle dimensioni ragguardevoli prodotto dal 1986 al 1993: chi grida allo scandalo sarà sollevato dal sapere che la casa automobilistica del Toro sfrutterà soltanto il pianale dei congiunti teutonici, per poi sviluppare una matita personale e fortemente legata ai valori della maison.
In secondo luogo, Lamborghini starebbe sviluppando anche una coupé che verrebbe equipaggiata con un V8, scelta oggi improbabile in listino, che ammette solo cilindri in gruppi a due cifre: l’ispirazione più preponderante verrebbe da Lamborghini Urraco, coupé prodotta in 776 unità dal 1971 al 1979, da Lamborghini Silhouette, una targa realizzata in soli 55 esemplari, prodotta dal 1976 al 1979, e Lamborghini Jalpa, coupé costruita dal 1981 al 1988 e venduta in 416 esemplari.
Il tentativo – o la tentazione – è quello di raggiungere un bacino di clienti più ampio con una vettura meno impegnativa rispetto alle odierne Gallardo e Murcielago: chi guarda a Lamborghini con passione, non ha fatto i conti con la razionalità teutonica del padre adottivo Volkswagen e con le logiche ferree dell’economia globale.
Ultimo dettaglio – ma non ultimo – quello che riguarda la berlina di lusso Lamborghini Estoque, presentata qualche tempo fa e poi finita nel dimenticatoio industriale: pare che questa tre volumi, la prima firmata dal Toro, sia destinata alla damnatio memorie e che non ci sia un futuro di produzione, se non flebile, per questa interessante berlina bolognese.
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