I primi mesi dell’anno sono quelli dedicati ai numeri. Si iniziano a far due conti, si chiudono i bilanci, si tirano le somme. Da queste analisi emerge come è andata l’azienda, il mercato e cosa si dovrà fare per migliorare o non peggiorare. E Ford, a pochi giorni dalla chiusura della fiera automobilistica di casa, il NAIAS di Detroit, non è da meno.
I dati Polk sulle immatricolazioni dicono nei primi 9 mesi dell’anno appena passato le vendite della Ford Focus sono cresciute rispetto al 2013 ed hanno superato di circa 75000 unità le vendite dei modelli dei competitor. In un mondo dove la crisi iniziata nel 2008 non molla, a tirare le vendite della Focus ci ha pensato il mercato cinese.
I numeri sono chiari. Le unità vendute sono 856.587, il +16,1% rispetto al 2013, di cui 303.481 solo per il mercato cinese che vede una crescita dell’85% rispetto all’anno trascorso. Crescite a due cifre che non tutte le case automobilistiche possono vantare, anzi. Questi dati permettono di dire che la Ford Focus continua a essere il brand automobilistico con il maggior numero di vendite sul pianeta.
Numeri come questi sono frutto di un vero cambio di rotta che l’azienda di Dearborn ha compiuto dopo la crisi americana che ha coinvolto l’intera industria automobilistica dello Zio Sam. Il cambio di rotta ha prodotto vetture dal design più accattivante, più orientate all’utente, ricche di avanzate tecnologie di serie e con motorizzazioni compatte, dai consumi ridotti, ma in grado di mantenere prestazioni da far invidia.
Ovviamente la rivoluzione che ha permesso all’Ovale Blu di rinascere dalle ceneri della crisi americana non ha coinvolto solo la Focus, ma tutta l’offerta. Grazie a un’altra vettura, la piccola e intramontabile Fiesta, che insieme alla Focus si pone nella Top 5 dei brand di automobili più vendute al mondo. La Top 5 è dovuta sicuramente a due dati: nel periodo preso in considerazione, la Focus è stata l’automobile più venduta in Cina mentre la Fiesta ha continuato ad essere la compatta più venduta in Europa.
E questi sono solo i dati dei primi 9 mesi del 2013. Con queste premesse, quelli definitivi dei 12 mesi dell’anno passato non saranno sicuramente da meno.