È stato Adrian Hallmark, Direttore Generale di Jaguar, a raccontare uno dei desideri della casa automobilistica britannica del Growler, per lo sviluppo futuro: il manager ha dipinto la scelta di scendere in campo in uno strato nuovo del mercato, ove oggi non è presente. Il segmento D è quello a cui sta guardando Adrian Hallmark: lì si vuole riportare l’azienda inglese, dopo lo sfortunato episodio di Jaguar X-Type, per tentare di aprirsi a nuovi target di clientela e di aumentare il volume di vendite e di produzione del brand.
Come avverrà lo sbarco di Jaguar nel segmento D, dominato da potenze tedesche (in particolare, il terzetto Premium: Audi, BMW e Mercedes)? La casa automobilistica è al lavoro su una nuova cabriolet compatta (di dimensioni inferiori all’attuale Jaguar XK), che sarà denominata Jaguar XE e che ha una grande importanza d’immagine per il brand inglese. Da questa, ha assicurato Adrian Hallmark, potrebbe nascere una berlina compatta, più corta rispetto a Jaguar XF (che misura 496 centimetri di lunghezza, 188 centimetri di larghezza e 146 centimetri di altezza). Il costruttore, ad ogni modo, sta valutando assai cautamente ed in maniera estremamente approfondita i passi da fare: il segmento D, apprezzato in Europa, non ammetterebbe un altro flop come quello di Jaguar X-Type e il brand non ne avrebbe neppure bisogno.
Adrian Hallmark ha ammesso che ci sono già tre possibili risultati estetici per la nuova Jaguar XE (che, ipoteticamente, potrebbe condividere una stretta parentela stilistica con la probabile berlina di segmento D), ma ha anche chiarito che ancora manca una scelta definitiva e che, inoltre, saranno necessari quattro anni per lo sviluppo definitivo della cabriolet XE (e, con essa, anche della berlina di segmento D). La presenza in un comparto simile sarebbe fondamentale per uno sviluppo in grande stile della casa automobilistica del Growler, oggi di proprietà della holding indiana Tata: berlina e cabriolet aumenterebbero il peso dell’azienda e rafforzerebbero l’immagine di eleganza costruita in segmenti più elitari, meno comuni.