Nelle Isole di Samoa è scoppiata la protesta per la decisione del governo di porre obbligatoria la guida a sinistra che ha scatenato una infinità di polemiche. La gente è scesa in piazza, i giornali e i siti sono stati inondati di lettere, si è persino creata un’associazione che si oppone. La protesta nasce perché le spese per l’erario per adeguare la segnaletica stradale è elevatissima, così come il rischio di incidenti. Eppure l’idea del premier Tuilaepa Sailele, non sembrerebbe così folle: la guida all’inglese potrebbe infatti contribuire allo sviluppo del Paese, perché permetterà ai 170 mila emigranti di Samoa che vivono in Australia e Nuova Zelanda di inviare automobili di seconda mano dalle ex colonie britanniche ai loro familiari in patria. Nelle isole Samoa cisono 180 mila abitanti, e sono stati immatricolati 18 mila veicoli, di cui solo 4 mila hanno il volante a destra, quindi sono già pronti per circolare all’inglese. La riforma crea però problemi per autobus e pullman: infatti bisognerà invertire il lato delle portiere per poter far scendere i passeggeri.