Ancora un calo delle immatricolazioni in Europa (il quinto consecutivo, il nono in un anno), tanto che ormai questa è la normalità e se dovesse accadere il contrario ci sarebbe da meravigliarsene. Nell’ultimo mese le auto vendute in tutto il Continente sono stata il 9,2% in meno rispetto al mese di febbraio 2011 secondo i dati del l’Acea, l’Associazione che riunisce le case costruttrici europee. A trainare verso il basso le vendite è ovviamente la Grecia, dove ormai non lavora quasi più nessuno, che ha fatto registrare un -45,2% di vendite, numeri da brividi. Ma non è che l’Italia vada tanto meglio.
Il nostro Paese ha fatto registrare il 18,9% di immatricolazioni in meno, media che fotografa il brutto momento della Fiat (-18,3%) a metà tra i numeri positivi di Lancia/Chrysler +3,1% e quelli molto negativi dell’Alfa Romeo con -29,4%. Ma nonostante la crisi non ci si riesce a spiegare come mai la Jeep, che è una delle marche più costose in assoluto, possa far registrare un +58,1%, segno che di evasione ce n’è ancora e ce n’è tanta. E se di evasione non si tratta, comunque qualcosa che non va nel sistema è evidente.
Ad ogni modo in Europa calano quasi tutti i marchi, comprese le forti tedesche (Volkswagen -2,1%, BMW -0,3%) o le innovative francesi (Citroen -16,5%, Renault -23,7%), e così alcune nazioni come la Francia fanno persino peggio di noi con un calo di un quinto, il -20,2% rispetto allo stesso mese dello scorso anno. Dove le cose invece vanno bene in Europa è l’Est, segno che le delocalizzazioni italiane e non solo stanno facendo bene. La Romania ad esempio ha fatto registrare un importante +27,4% delle immatricolazioni, l’Ungheria il 20,2% in più e la Bulgaria un +12,7%, a parte i soliti Paesi che si sa che sono ricchi e prolifici come Danimarca e Finlandia. Ma forse questo significa che i responsabili commerciali, più che in estremo Oriente o in America, dovrebbero guardare molto più vicino, e cioè al di là dei Balcani.
Photo Credits | Getty Images