I piloti si spaccano sul divieto legato all’uso delle radio

In formula 1 sono state introdotte delle novità e su divieti e concessioni i piloti si sono spaccati. In particolare c’è una questione molto dibattuta che è quella relativa all’uso delle radio in corsa.

F1 Grand Prix of Japan - Race

Ci sono piloti che dicono di essere favorevoli alle novità riguardo le limitazioni dell’uso della radio durante la corsa e vogliono proseguire secondo le nuove regole, mentre ci sono altri piloti che non hanno ancora digerito il divieto di parlare delle power unit con lo staff tecnico durante la gara.

Tutto è avvenuto durante il Gran Premio di Singapore che è stato uno degli eventi più lunghi per la Formula 1 di quest’anno. In occasione di questo appuntamento asiatico, infatti, sono state comunicate le nuove disposizioni che sono soprattutto divieti riguardo la comunicazione di dati sensibili tra muretto e pilota.

Ecclestone ha inserito questo divieto perché è preoccupato dal calo di spettatori che assistono alla Formula 1 dove tutto sembra studiato a tavolino, preparato, strategico, senza più spazio per l’iniziativa personale dei piloti, anche a scapito della strategia di squadra. In questo modo, secondo il patron della Formula 1 si beccano due picconi con una fava: in primo luogo si dona maggiore autonomia ai piloti e in secondo luogo, con l’applicazione più ferrea del Regolamento sportivo, si ottiene un maggiore spettacolo in pista.

I tifosi, però hanno protestato, proprio come gli addetti ai lavori perché la decisione è stata troppo repentina. Tra i piloti, anche appartenenti alla stessa squadra, ci sono visioni contrastanti. La Ferrari ne è un esempio. Da un lato c’è Raikkonen che non ha mai amato le comunicazioni con il team radio e benché sappia che in caso di problemi con la macchina, la soluzione arriverebbe con ritardo e difficoltà, accetta i divieti come una sfida.

Dall’altro lato c’è Alonso che è molto abituato all’uso della radio, anzi ne fa un elemento strategico per definire la sua tattica e non ritiene quindi che si possa trarre giovamento da una decisione del genere. Il muretto per i piloti è come l’allenatore per le squadre di basket, dice Alonso: si potrebbe costringere un allenatore al silenzio?

Rosberg, che prima del GP di Singapore deteneva la leadership mondiale ed ora è stato spodestato dal compagno di squadra, dichiara che la squadra adesso potrà comunicare soltanto il 20% di quello che gli diceva prima e quindi sarà una sfida con il rischio di complicare la visione della gara a chi guarda da casa.

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