I piloti di F1 sono veri atleti

di gianni puglisi Commenta

Tante volte la Formula Uno è vista come uno sport dove lo sforzo fisico non viene impiegato. Comunemente è facile dire che stando seduti in una macchina non si è sottoposti a sforzi fisici, mentali e psicologici. Tutto sbagliato! La F1 è uno degli sport che richiede un massimo allenamento fisico e mentale, lo spiegano i medici della Toyota i quali sono i primi a sostenere la preparazione atletica dei propri piloti.


Come ha spiegato il medico della Toyota, un pilota deve sempre allenare il proprio corpo ed inoltre è tenuto a rispettare un certo peso seguendo diete rigidissime e molto dure. Le zone più importanti per un pilota sono il cuore, il collo, il torace ed il cervello.

In nessun sport atletico si raggiungono i 170 battiti al minuto. Un uomo comunemente nella vita normale rispecchia 60 battiti al minuto, mentre chi guida alla media di 300 km\h è sollecitato ad avere un grandissimo afflusso di adrenalina con un conseguente eccitamento del sistema nervoso e quindi del cuore.

Addirittura alcuni piloti arrivano a toccare i 190 battiti al minuto, situazione che anche negli sport più pesanti come la corsa o il ciclismo non avviene. Il collo è un’altra parte messa sotto stress, perché i cambi di traiettoria, le frenate brusche e lo spostamento in curvoni velocissimi creano un carico di circa 20-25 kg su questa zona del corpo e dunque è spontaneo pensare che tutti i piloti devono avere un corpo ben allenato per poter sopportare queste situazioni.

Dentro gli abitacoli di una monoposto si raggiungono temperature elevatissime, perché la postazione del pilota è a stretto contatto con i potentissimi motori. Per non parlare di Gran Premi come Malaysia e Brasile dove le temperature sono altissime, tanto è vero che piloti come Barrichello in passato hanno perso diversi chili al termine di una gara per via dell’eccessiva sudorazione.

Infine la preparazione mentale è fondamentale. Per allenare la mente la Toyota fa uso di alcuni simulatori di gara che permettono di studiare i vari tracciati e di adeguare il pilota alle varie caratteristiche tecniche.

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