E’ un Lewis diverso. Velocissimo, incosciente e spregiudicato nel 2007. Riflessivo e cauto alla vigilia del Gran Premio di Monaco 2012.
L’inglese spiega le sue nuove armi in vista dell’attuale stagione: la coerenza prima di tutto, perché i punti raccolti costantemente trasformano un pilota in campione del mondo. Eppure Monte Carlo risveglia la voglia di spingere al massimo, quella voglia che solo Silverstone riesce ad eguagliare.
COERENZA COME CHIAVE – Hamilton ha conquistato 3 pole position in 5 gare, anche se a Barcellona è stato penalizzato e retrocesso in ultima fila. Eppure partire davanti a gli altri non gli ha permesso ancora di tagliare per primo il traguardo, ma l’inglese può vantare di risultati altrettanto promettenti. Ha sempre finito in zona punti e questo lo mantiene in agguato a meno otto punti dai suoi principali rivali che si contendono la leadership in classifica( Vettel – Alonso).
E’ importante non perdere di vista il fatto che, nonostante abbia spinto per la vittoria, la coerenza e il segnare punti, sono attualmente il metodo più sensibile per affrontare questo campionato del mondo
Ma nel 2008 tra Hamilton e Monaco si è instaurato un particolare legame. Ripesando alla sua unica vittoria sul circuito cittadino ha detto:
Monaco è un circuito molto speciale. E’ lì con Silverstone, come il luogo dove ho più voglia di fare bene.
CHE VUOL DIRE MONACO – Tutti i piloti vorrebbero vincere questa gara, ma perché? Qui si parla ancora di differenza, di grandi abilità e di forte senso del rischio. Il grande Ayrton Senna con una Toleman segnò una delle gare più belle del mondo, rivelandosi al pubblico come il pilota che avrebbe costruito una grande storia nel mondo delle corse. Hamilton quando pensa a Monte Carlo parla così:
Anche se Monaco ha la più bassa velocità media di tutti i circuiti che visitiamo in una stagione, ci si sente sempre incredibilmente veloce. Questo perché l’accelerazione è così rapida e le pareti così vicine: non c’è davvero spazio per gli errori.
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