La società italiana Fiat S.p.A. ha raggiunto il 30% del Gruppo Chrysler: si tratta del secondo step del progetto dell’Amministratore Delegato del Lingotto, Sergio Marchionne, che aveva già annunciato questo passaggio cruciale nelle scorse ore (durante un evento sul tracciato di balocco per la presentazione della nuova gamma della casa automobilistica statunitense Jeep) e che aveva già previsto questa mossa nell’accordo tra il conglomerato italiano e quello di Detroit, siglato alcuni mesi fa. Oggi arriva soltanto la conferma ufficiale dall’azienda torinese: “La Fiat annuncia che è stato raggiunto il secondo dei performance event previsti dal Chrysler Group Operating Agreement, come modificato, dalla cui realizzazione deriva un incremento del 5% della propria quota di partecipazione in Chrysler. L’incremento ha effetto da oggi. La quota di Fiat in Chrysler sale al 30%”. Così si legge all’interno del comunicato stampa, molto breve, divulgato dalla stessa Fiat S.p.A.
Il nuovo assetto societario del Gruppo Chrysler, dunque, modificato dopo la scalata Fiat, è composto dalla quota di maggioranza di proprietà del sindacato dei lavoratori UAW VEBA (59,2%) e dalle quote minoritarie del Tesoro degli Stati Uniti (8,6%) e del Governo canadese (2,2%). Oltre, ovviamente, alla quota del 30% che possiede la nostrana Fiat S.p.A. In occasione dell’annuncio del passaggio della società italiana guidata da Sergio Marchionne dal 25% al 30%, lo stesso AD di Fiat S.p.A. ha dichiarato che il raggiungimento della quota di maggioranza potrebbe avvenire già prima del previsto, cioè già durante l’estate (Marchionne ha indicato il mese di giugno come probabile nuovo momento per l’ulteriore scalata su Chrysler Group). Tuttavia, il passaggio ulteriore al 51% della proprietà del Gruppo Chrysler da parte del Gruppo Fiat avverrà più in là col tempo, cioè prima del termine dell’anno ma nel secondo semestre del 2011. I soldi in cassa per compiere il nuovo passo (la falcata più ampia, se mi permettete), ha assicurato Marchionne, comunque ci sono.