L’ex pilota di Formula Uno è il primo a lanciare un segnale forte di protesta contro l’imminente Gran Premio del Bahrain.
Lo scorso dicembre fu lui stesso di persona, insieme al presidente della FIA Jean Todt, ad andare nel paese arabo per valutare le possibile condizioni atte ad ospitare la gara. Da li ad ora le cose sono cambiate. Nel recente pranzo di Londra Ecclestone e i dirigenti del GP hanno fatto finta di niente, indicando le recenti proteste come atti vandalici, ma John Timoney, ex capo della polizia a Miami e attuale consulente nel Ministero degli Interni in Bahrain, ha smentito l’aria serena ammettendo i seri pericoli in cui lo sport va incontro.
RIVALUTAE IL BAHRAIN – Secondo Damon Hill non si può scambiare una protesta di 100.000 persone in un atto di vandalismo. Questo è ciò che Ecclestone e gli organizzatori del Bahrain hanno voluto fare credere affinché i team raggiungano il medio oriente, ma l’ex pilota ha ammesso di non essere più sicuro che questa sia la scelta giusta. Le condizioni che lui ha trovato a dicembre non sono più presenti. Le forti tensioni rischiano di immettere la Formula 1 in un contesto molto pericoloso nel quale lo sport non ha niente a che vedere
Le cose ora sono diverse. Le proteste non sono ancora finite e sono diventate più determinate e calcolate. Si tratta di un preoccupante stato di cose. Ciò che dobbiamo mettere sopra ogni cosa è se ciò vale la pena in termini di costo umano. Sarebbe una cattiva cosa per la Formula Uno, se fosse vista come per far rispettare la legge. Questo non è ciò che questo sport dovrebbe essere. Guardando oggi si potrebbe dire che sta creando più problemi di quanti ne sta risolvendo.
Sto solo dicendo che dobbiamo procedere con cautela. Spero che la FIA stia prendendo in considerazione le implicazioni di questo e che gli eventi in Bahrain non siano visti come sono spesso venduti, come un branco di teppisti intenti a lanciare molotov, perché questa è una semplificazione grossolana.
Se andiamo, andiamo tutti. Ma naturalmente c’è ancora una grande quantità di dolore, di rabbia e di tensione in Bahrain. Sarebbe meglio per la F1 mettere in chiaro che vuole solo il meglio per tutti in Bahrain, o per qualsiasi paese che visita. Penso che la F1 sta navigando molto vicino a questo limite
VERITA’ SUL BAHRAIN – Diversamente da come si è voluto far credere a Londra, John Timoney, consulente nel Ministero degli Interni in Bahrain è stato intervistato dall’agenzia di stampa del Qatar Al-Jazeera, rilasciando un’intervista che più rispecchia la realtà. La preoccupazione dell’uomo sta nel crescente uso dei lacrimogeni da parte delle forze di polizia. Questo ha portato l’intossicazione e la morte di diverse persone e pare che vengano utilizzati anche nelle abitazioni delle persone che non sono attive nella protesta, affinché cresca un’opinione diversa tra la popolazione.
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