Ancora una volta gli interessi economici stanno prevalendo sulla giusta coscienza e nessuno è in grado di prendere una corretta decisione per l’esclusivo bene dello sport.
Ecclestone, furbissimo come sempre, ha girato la responsabilità di andare a correre ai team, sapendo che questi essendo vincolati a gli sponsor non possono scegliere facilmente. La vicenda degli inviati Lotus è la dimostrazione di un complotto ai danni delle squadre. Due responsabili sono stati mandati per valutare la situazione e la comunicazione pubblicata, era un rapporto privato che doveva rimanere interno ai 12 team. Dall’altra parte Zayed Al Zayani, il presidente del GP, ha detto di essere confuso sul comportamento delle squadre ed ha criticato alcuni estremisti per aver incrementato i falsi timori sul circuito di Sakhir, quando invece la situazione in Bahrain è tranquillissima. Solo la FIA, in questa confusa e strana vicenda può prendere una coraggiosa soluzione negli interessi della Formula Uno.
IL CASO LOTUS- Recentemente dei responsabili della Lotus sono stati inviati nel paese arabo per osservare la situazione dentro e fuori il circuito. Il rapporto ha dato un parere molto positivo. I due hanno scritto che la situazione era rassicurante e che tutto procedeva nella normalità. L’unica stranezza era l’incremento della polizia dentro il circuito, ma niente di strano. Questa pubblicazione riservata esclusivamente ai team di F1 è stata pubblicata dagli organizzatori del Bahrain, facendo credere all’opinione pubblica che i team e quindi in particolare la Lotus, era favorevole ad andare a correre nel medio oriente.
Ovviamente la Lotus ha reagito contro questo strano episodio spiegando che non è nei suoi compiti prendere una decisione così importante che spetta solo alla FIA. La Lotus ha scritto
Lotus F1 Team è uno dei 12 concorrenti del Campionato del Mondo di Formula 1, che non ha mai provato a sostituire se stessi alla FIA, che è l’unico soggetto ad avere diritto nel determinare se un Gran Premio deve andare avanti o meno
A sostegno del team di Estone è intervenuta la FOTA che in un comunicato ha sottolineato
Ci sono alcune speculazioni dei media che indicano nelle squadre la decisione di chiedere di annullare quest’anno il Gran Premio del Bahrain. Questo non è possibile. Corriamo da anni nella serie internazionale chiamata FIA Formula One World Championship, ed è quindi alla FIA che spetta di decidere
ASPETTANDO LA FIA – Tutto rimane nelle mani di Jean Todt. Il presidente della FIA si incontrerà questo fine settimana in Cina con le squadre e alla fine dovrà essere deliberata una scelta. Anche il francese è vittima di interessi che possono compromettere una sua seconda rielezione ai vertici della FIA. Inoltre suo figlio Nicolas è proprietario del team ART, squadra che è finanziata dagli arabi. Una situazione simile a quella di McLaren.
Ciò nonostante si spera che venga intrapresa una scelta che tenga in considerazione i rischi e pericoli derivanti dalle minacce dei manifestanti in questi giorni, dalla non escludibile possibilità di atti terroristici e dalle preoccupanti confessioni di un Damon Hill pentito e di un team boss anonimo che recentemente ha dimostrato grandi paure nell’andare a correre.
Per la Formula Uno non è la prima volta che si presenta una situazione del genere. Alla fine degli anni settanta, tra il 1977 e il 1981 il GP d’Argentina fu regolarmente eseguito nonostante il paese fosse sotto dittatura militare, la quale portò alla famosa Guerra Sporca. In Sud Africa nel 1985 le squadre corsero, ad esclusione di Renault e Ligier, nonostante ci fossero tensioni dovute all’Apartheid.
Photo credits | Getty Images