Nessuno si illuda: il mezzo di locomozione del futuro, checchè se ne dica, continuerà ad essere l’automobile. A sostenerlo è il gruppo Bosch Service, nato nel 1986 come naturale sviluppo della rete di Officine Specializzate Bosch che, sin dal 1975, operavano nel mercato italiano.
Vi saranno, indubbio, correttivi e implementazioni, tecnologie avanzate e modifiche volte a garantire prestazioni sempre migliori e in linea con le esigenze ambiantali, ma pur sempre di automobili si tratterà.
All’insegna dei consumi molto bassi e privi di emissioni, Bosch si sta adoperando per farsi cogliere preparata al momento del passaggio: quello in cui l’auto ibrida sarà il ponte verso l’elettrica. Oltre che sullo sviluppo inerente alle propulsioni alternative, Bosch lavora sui motori diesel e benzina per proporre consumi e emissioni di gran lunga ridotte.
Il primo impegno cui Bosch intende mantenere fede è indirizzato allo sviluppo dell’auto elettrica, che funziona a batterie. Allo stato attuale, per fare 200 km occorre una batteria con una capacità di 35 kw/h dal peso di 250 chili. Ecco perchè, stando alle indiscrezioni rilasciate dai vertici del gruppo, l’impegno concreto è quello di pensare alle modalità utili per ridurre il peso di ogni singola batteria garantendo quanto meno la stessa funzionalità.
Il primo passo affichè ciò avvenga è quello di una costruzione in economia di scala: il costo di una singola batteria, infatti, oscilla tra gli otto mila e i dodici mila euro e solo un intervento su larga scala potrebbe giustificare l’avvio di un simile percorso. Riportando il pensiero dei referenti Bosch, a farla da padrone per i prossimi venticinque anni sarà il motore a combustione: in tal senso bisognerà necessariamente puntare alla riduzione di emissioni attraverso lo sviluppo dei carburanti. Obiettivi? Presto detto: diesel di classe media in grado di garantire prestazioni che richiedano 3 litri per 100 km con emissioni di anidride carbonica inferiori a 99 g/km. La speranza è che si faccia in fretta.
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