Il GP di Ungheria sul tracciato dell’Hungagorin è stato vinto dall’australiano Mark Webber su Red Bull. Ma il secondo posto conquistato dalla Ferrari di Fernando Alonso davanti a Sebastian Vettel vale in pratica come una vittoria. Innanzitutto perché l’inglese Lewis Hamilton si è ritirato consentendo così allo spagnolo di recuperare punti fondamentali in campionato. E poi perché la gara dell’Hungaroring di oggi è stata una dimostrazione di agonismo, tecnica e concentrazione da parte del due volte iridato della Ferrari. Con una F10 che prendeva sostanzialmente un secondo al giro dalle Red Bull, solo un pilota di classe superiore poteva sperare di stare davanti a una delle due e per di più in mezzo alle due vettura più forti.
Fernando lo ha fatto, certamente avvantaggiato dall’ennesima ingenuità di uno dei due piloti di Horner, nello specifico del tedesco Vettel, che ha pensato bene di attuare una manovra che gli ha fatto prendere una penalità. Ma questi 18 punti presi dalla Ferrari potrebbero essere pesantissimi in vista del finale di stagione. A patto però di un fattore imprescindibile: che dalle prossime gare il distacco dalle Red Bull torni a calare, visto che non si potrà di certo chiedere ad Alonso di fare miracoli a ogni gara. Da segnalare anche la polemica tra due ex ferraristi, Barrichello e Schumacher. Il tedesco ha infatti stretto in pieno rettilineo il brasiliano che ha rischiato di finire contro il muretto prima di passarlo, una manovra davvero al limite della ragionevolezza. Nel dopo gara Rubens non ha infatti esitato a definire “orribile” la manovra.
Al via partono benissimo Vettel e Alonso perfetti nello scatto e in testa alla prima curva. Webber e Massa, più lenti dei primi due, hanno solo potuto accodarsi davanti a Petrov e a Hamilton, che però si è subito rifatto passando rapidamente il pilota russo della Renault. Detto della rottura del motore della Toro Rosso di Alguersuari, si è subito assistito allo show di Vettel: quasi un secondo al giro rifilato alla Ferrari. Al 10° giro, Alonso si è ritrovato a 9” dal tedesco.
Al 15° giro però, la corsa cambia radicalmente la sua storia. Un pezzo di alettone volato sulla pista induce i commissari a schierare la Safety car: da quale momento in poi succede davvero di tutto nello spazio di pochi minuti. Vettel ha tagliato con una manovra al limite dell’incidente e della penalità, la linea bianca della corsia di rientro ai box per cambiare immediatamente le gomme seguito subito dalla Ferrari di Alonso, da Hamilton e Massa. Webber ha invece proseguito. Nella grande concitazione del rientro ai box, Rosberg perde un pneumatico che schizza a tutta velocità seminando la paura tra i meccanici degli altri team (sarà colpito alla spalla un uomo della Williams). Kubica invece, riceve il via dai suoi meccanici che non si accorgono dell’arrivo proprio della Force India di Sutil: inevitabile lo scontro tra i due (Sutil si ritira mentre il polacco è ripartito dopo una riparazione lampo beccandosi però una penalità per la manovra).
Ma il grande caos non finisce qui. Alla ripartenza la gara prende una piega favorevole per Alonso. Prima Hamilton si ritira per un problema tecnico. Poi Vettel, che ha furbescamente rallentato davanti allo spagnolo consentendo a Webber di avere più margine in vista del suo pit stop, che in realtà non arriverà. La manovra non è passata inosservata ai commissari e il tedesco si è preso un giusto drive through ripartendo proprio davanti a Massa. “Ma perché?!” ha chiesto un nervoso Vettel via radio senza rendersi praticamente conto della clamorosa ingenuità commessa.Sembrava tutto volgere a della Ferrari. Così non è stato, però, perché il GP è proseguito con un Webber assoluto protagonista e praticamente imprendibile per chiunque. L’australiano, infatti, dal ritorno ai box della Safety car ha iniziato a macinare giri veloci uno dietro l’altro, accumulando qualcosa come 23” sulla Ferrari in circa 26 giri. Una prestazione davvero pazzesca ed esaltante se pensiamo che Mark ha girato sempre con le gomme morbide usate sin dalla partenza. Contemporaneamente la F10 ha iniziato ad accusare un calo, dal muretto della Red Bull se ne sono accorti e hanno lasciato che Webber continuasse a macinare giri veloci. Al 44° giro è così arrivato il momento del pit stop con l’australiano l’ha effettuato ripartendo con un rettilineo di vantaggio sulla rossa di Alonso, sempre braccato da Vettel. Webber ha in sostanza meritato e blindato la vittoria lì in quel momento.
Si è così giunta all’ultimo, intenso tratto di gara. Contro una Red Bull extraterrestre, Fernando è stato chiamato a ulteriori 25 giri di sofferenza per tenere dietro lo scatenato tedesco. Con Webber oramai irraggiungibile, Alonso ha guidato alla grande, non ha commesso nessuna sbavatura, costringendo Vettel a restare in terza posizione. Ha fatto in sostanza un po’ capire perché la Ferrari lo abbia voluto fortemente e abbia pure chiesto un sacrificio a Felipe Massa (oggi quarto) domenica scorsa a Hockenheim. Se il Mondiale del Cavallino può ancora regalare sorprese, è solamente grazie alla classe dello spagnolo.