Forse avrebbero dovuto togliergli anche dei punti. Sulla patente ovviamente, non nella classifica piloti del Mondiale di Formula 1 in corso. La nostra altro non è che una battuta, ma applicando il codice della strada in vigore in Italia, forse a Lewis Hamilton, il pilota inglese della McLaren, campione del mondo nel 2008, la bravata messa in atto a Melbourne poteva andare peggio. Facciamo un piccolo passo indietro: nel corso del week end del GP australiano di quest’anno, il pilota si era reso protagonista di vere e proprie “sgommate” con la sua berlina Mercedes, appena fuori dal circuito. La polizia gli intimò l’alt e gli sequestrò la vettura. Adesso, a cinque mesi di distanza dall’accaduto, è arrivata anche la multa, nemmeno poi troppo salata per la pingui tasche del pilota: 500 dollari australiani (350 euro circa) per Lewis, che non si è presentato davanti ai giudici di Melbourne, ma ha evitato per un perlo la condanna dall’accusa di guida pericolosa. Il pilota, a caldo accusato anche dal ministro per le strade dello stato di Vittoria, Tim Pallas – “È una testa di c….“, disse -, già dopo l’accaduto si era dichiarato molto dispiaciuto: “Stavo guidando in maniera esuberante e sono stato fermato. È stata una cosa stupida, mi scuso“. Gli avvocati di Hamilton, peraltro, avrebbero ribadito alla corte che “il pilota si era scusato e provava imbarazzo, umiliazione e pena“.
Il magistrato, nella sentenza, ha voluto sottolineare come Hamilton abbia un ruolo di modello per i giovani ed è quindi tenuto a comportarsi responsabilmente, e che non è stato condannato solamente perché era la sua prima violazione di questo tipo. In realtà, c’è un precedente: nel 2008 Hamilton si beccò multa e ritiro della patente per un mese quando fu fermato su un’autostrada francese a 196 km/h. Per l’inglese, che è stato leader del mondiale fino al penultimo GP, quando è stato scavalcato dalla vittoria di Webber in Ungheria, non è il miglior viatico verso il GP del Belgio di domenica, primo appuntamento della F.1 dopo la pausa estiva.