“Come sta Robert? Direi che sta decisamente bene, in linea di massima la situazione è molto soddisfacente“. Francesco Lanza, il direttore di Ortopedia e Traumatologia dell’Ospedale Santa Corona di Pietra Ligure, che ha portato a termine le quattro operazioni sul pilota polacco della Renault, Robert Kubica, ha spiegato ai microfoni di 422race.com il perché é stata presa la decisione di dimettere il pilota polacco dal nosocomio. “Anche di umore sta bene – continua – Oltretutto, per come l’ho conosciuto io, è una persona di grande carattere e grande grinta. Direi che senz’altro l’umore è molto alto. La dimissione era già in programma, perchè non è che si può rimanere per sei-sette mesi in un ospedale. Quindi, dopo due mesi e mezzo, c’era da aspettarselo. Anche lui aveva bisogno di riprendere la sua vita quotidiana. Poi, avendo potuto riprendere la sua autonomia deambulatoria, questo gli permetteva anche di gestirsi più facilmente dal punto di vista ambulatoriale, non necessariamente in ospedale. Credo che nessuno voglia restare in ospedale”. “È una decisione concordata – aggiunge il medico – ma un’ipotesi che da tempo era stata messa in cantiere, nell’attesa che si desse l’autonomia deambulatoria, che era limitata da alcune fratture che non poteva caricare e dall’altra parte la spalla che non gli permetteva di usare presidi come bastoni o stampelle. Sciolta la riserva del carico, ha guadagnato l’autonomia, quindi era chiaro che venisse richiesta la volontà di andare a casa. La riabilitazione si sta svolgendo secondo i tempi previsti. È andato tutto abbastanza liscio, per fortuna“.
Francesco Lanza ha poi anche illustrato i programmi di Kubica per i prossimi mesi. “Dovrà fare ancora dei controlli seriati per monitorare la guarigione delle fratture, mentre la fisioterapia la proseguirà in siti ambulatoriali più consoni alla sua sede. Poi farà dei controlli da noi per vedere l’evoluzione. Con quale frequenza? Più o meno mensile. Poi, per la riabilitazione della mano, ad esempio, è ancora agganciato con alcuni fisioterapisti che l’avevano in cura. Con noi, la riabilitazione è meno specifica e in parte è già stata fatta: quella della spalla, ad esempio. Il resto, la riabilitazione meno specifica, verrà fatta anche da altri, come il suo medico, che ha un centro di riabilitazione dedicato per le sue particolari attività agonistiche”. (1/a parte)