L’oramai tristemente famoso crash-gate che lo ha visto implicato nel 2009 e il conseguente passaggio di consegne a Eric Boullier dopo la sentenza FIA del 21 settembre 2009 ha di fatto impedito a Flavio Briatore e Robert Kubica di lavorare insieme in Renault, ma l’ex team principal della scuderia anglo-francese ha comunque fatto visita al polacco. “L‘ho trovato benissimo, ero molto preoccupato perché i bollettini medici parlavano di una dichiarazione di guerra, ma adesso sono molto più tranquillo”. “L’ho visto tranquillo – ha continua l’ex team principal della Renault – abbiamo scherzato, sta bene e lo vedremo in macchina prestissimo. Era sorpreso che fossi lì, l’ho abbracciato ed è comparsa la lacrimuccia. Gli ho detto non fare più stupidaggini così. Credo che rientri in F.1 prima della fine della stagione, è l’unica cosa che vuole, ha una motivazione incredibile, questi ragazzi hanno un fisico eccezionale, i tempi dei medici sono per gente normale, ma i piloti sono diversi e sono sicuro che tornerà presto. Appena uscito dalla stanza ho chiamato Fernando Alonso, che ieri non è riuscito a vederlo e ho chiamato anche Bernie Ecclestone, che era preoccupato”.
Con il senno di poi é facile argomentare ogni tipo di discorso, ma in molto in queste ultime ore, si stanno chiedendo se fosse davvero necessario che Kubica prendesse parte a questo rally, soprattutto dopo aver dimostrato di essere in gran forma, avendo fatto registrare il miglior tempo nella sessione di test del 2 febbraio a Valencia e con un’altra sessione in arrivo. Di esempi negativi, in questo senso, ce ne sono tanti. “E’ destino – ha risposto Briatore -. Soprattutto a tre giorni dai test a Jerez. Lo scorso anno Webber ha avuto un problema in bicicletta, Montoya con la moto, sono cose che non si dovrebbero fare ma colpevolizzare qualcuno non serve a niente, serve solo che Robert torni il pilota di prima e accadrà prima del previsto”.
Briatore chiude menzionando Alessandro Nannini e il tragico incidente che coinvolse l’allora pilota della Benetton nel 1990, quando precipitò a bordo del suo elicottero privato. La sfortuna volle che, mentre il pilota veniva sbalzato fuori dall’abitacolo per il violento impatto, una pala dell’elicottero ancora in movimento, gli tranciasse di netto l’avambraccio destro. L’arto fu poi ricostruito e riattaccato attraverso una lunga e delicata operazione di microchirurgia, ma Nannini non riuscì più a recuperarne la piena funzionalità. La sua carriera in Formula1 finì, anche se, in seguito, riuscì comunque a disputare campionati in altre categorie (DTM, ITC, e FIA-GT). “Perché sono così ottimista? Sono mie sensazioni, ho avuto Nannini con un problema più grave di quello di Robert. L’unica preoccupazione dei medici penso sia la mano destra, ma c’è un certo ottimismo. I bollettini medici fanno paura, ma sono convinto che tornerà prima del tempo”.