Dopo la rivolta di popolo scoppiata nei paesi dell’Africa settentrionale, Tunisia ed Egitto, anche in Bahrain in questi giorni si stanno verificando gravi e continui scontri fra le forze di polizia e manifestanti democratici in occasione di quello che é stato chiamato il “giorno della rabbia” che ha contagiato anche altri paesi come Algeria, Giordania e Yemen. La situazione, che conta almeno due vittime dopo l’intervento armato delle forze militari governative, vede il Paese in un momento di forte instabilità, cosa che preoccupa alquanto gli alti vertici della Formula1.
Il circuito di Sakhir, che già la prossima settimana dovrebbe ospitare una gara di Gp2 Asia, è stato infatti scelto come palcosceonico per aprire la nuova stagione il prossimo 13 marzo, ma Bernie Ecclestone teme che i disordini in divenire possano compromettere il regolare svolgimento del Gran Premio. “Il pericolo è evidente – ha spiegato il patron del circus all’interno di una intervista rilasciata al Daily Telegraph – perché se queste persone volessero creare confusione per ottenere una visibilità mondiale sarebbe facile. Basterebbe creare un problema sulla griglia di partenza in Bahrain e avrebbero una copertura a livello mondiale”. Anche il vice-presidente del Centro per i Diritti Umani del Bahrain ha lanciato l’allarme, affermando che “il Gran Premio del prossimo mese non si terrà in un clima pacifico. Ci saranno molti giornalisti, molti tifosi e la possibilità di avere una grande pubblicità. Le rivolte non si fermeranno facilmente, soprattutto ora che ci sono stati anche dei morti. La gente chiede a gran voce il rispetto dei diritti umani, ma quando ci sono dei morti, allora, la linea di confine si fa molto sottile, ed è possibile che i manifestanti non riconoscano più l’autorità della famiglia reale e che chiedano un cambio al vertice del governo”.
Il circuito di Sakhir tra l’altro, dovrebbe anche ospitare l’ultima sessione dei test ufficiali prima della gara inaugurale ma, non trattandosi di un evento coperto televisivamente a livello internazionale, le autorità non credono che possa essere un obiettivo sensibile. Ecclestone sta cercando di mettersi in contatto con il Principe Salman Ibn Hamad Ibn Isa Al Khalifa, ma, al momento, non è ancora riuscito ad avere notizie più dettagliate. “Il Principe è molto impegnato, come potrete immaginare – ha spiegato – dunque non so dire esattamente come stiano andando le cose. Proverò a parlargli. Stiamo comunque monitorando gli eventi molto da vicino e ci fideremo di quello che ci consiglieranno di fare le autorità locali competenti”.