Per Ford Fusion, crossover compatto di segmento B dal successo scarso, è giunto il momento di andare in pensione: la casa automobilistica americana, infatti, presenterà al Salone di Ginevra 2011, manifestazione motoristica in programma dal 3 al 13 marzo dell’anno venturo in Svizzera, una concept car, Ford B-Max, che anticipa una monovolume compatta di nuova generazione, quasi pronta per finire in mezzo al listino europeo. Sciò, carrozzeria da Sport Utility Vehicle: il tratto distintivo di Ford Fusion lascia il posto ad una forma più adatta al segmento in cui B-Max desidera essere competitiva, quello di Opel Meriva, leader di vendite da numerosi anni.
Si chiamerà Ford B-Max proprio per la vicinanza alle monovolume di più grandi dimensioni, come Ford C-Max o Ford S-Max: la nuova automobile dell’Ovale Blu avrà, infatti, un abitacolo in grado di accogliere cinque occupanti e le portiere posteriori scorrevoli lateralmente. La nuova monovolume di segmento B sarà realizzata sulla piattaforma dell’odierna generazione dell’utilitaria Ford Fiesta e, con quest’ultima, condividerà anche il più moderno linguaggio stilistico, diffuso anche alla nuova Ford Focus e alle nuove Ford C-Max e Ford Grand C-Max: il paradigma estetico è quello offerto dalla concept car Ford Iosis-Max, presentata al Salone di Ginevra dello scorso anno 2009.
La casa automobilistica statunitense prevede di realizzare e vendere circa 150.000 esemplari della nuova Ford B-Max ogni anno, nonostante lo stabilimento romeno di Craiova potrà raggiungere, nel 2013, una capacità di costruzione pari a 200.000 veicoli. Un valore di produzione che appare assai distante dal risultato migliore di commercializzazione, ottenuto nel 2007, della precedente generazione, Ford Fusion: soltanto 82.000 unità. La linea di montaggio della monovolume compatta B-Max prenderà vita, in Europa orientale, nella seconda metà del 2011, anche se le vendite dell’automobile inizieranno soltanto l’anno successivo (in data da definirsi ancora). Pare che Ford B-Max sia destinata, per ora, al solo mercato europeo e che non ci sia spazio, per lei, negli Stati Uniti, in patria.