L’atteso intervento di Sergio Marchionne al Meeting di Comunione e Liberazione di Rimini si è concluso con un auspicio dell’AD Fiat relativo al rapporto tra aziende e lavoratori.
“Non siamo più negli anni 60 – ha esordito Marchionne – occorre abbandonare il modello di pensiero che vede una lotta tra capitale e lavoro, tra padroni e operai. Quello di cui c’è bisogno è un patto sociale per condividere impegni e sacrifici e dare al Paese la possibilità di andare avanti“.
Il neo-CEO di Chrysler ha poi puntato il dito contro tutti coloro che criticano gratuitamente Fiat (“troppi fischi ingiustificati“) e precisato che quanto accaduto a Pomigliano non è stato fatto per questioni di convenienza: “sarebbe stato molto più conveniente fare la nuova Panda in Polonia piuttosto che a Pomigliano – ha dichiarato Marchionne – Lo abbiamo fatto sapendo quello che la Fiat rappresenta per la storia del Paese“.
Infine, un’apertura al mondo sindacale (sono totalmente aperto anch’io a parlare con Epifani) a cui seguirà un incontro con il segretario della Cgil, che però ha già anticipato in un’intervista televisiva che “Marchionne sbaglia” perché “Non serve un braccio di ferro, ma il dialogo“.
Non proprio il miglior preludio a un nuovo patto sociale.
alessio di benedetto 29 Agosto 2010 il 13:06
LA FIAT CON MARCHIONNE CI HA RIPORTATO AL 1910 QUANDO L’ESERCITO E LE FORZE DELL’ORDINE SPARAVANO SULLA POLIZIA. Accadrà anche questo, dal momento che i kapò dell’Industria torinese si oppongono al decreto dei giudici, con spavalderia. Se fosse accaduto un fatto così increscioso negli anni Settanta avremmo avuto subito 2-3-milioni di cittadini in piazza, ma dopo 25 anni di lobotomizzazione-MEDIASET c’è da ricominciare a rieducare le persone a quelli che sono i loro diritti. Chi parla di ingerenze di Napolitano sulla magistratura, ha già fatto la sua ingerenza a nome della Fiat. Il Vaticano si schiera con gli operai? A chiacchiere: Berluska e Lega non avrebbero MAI vinto le elezioni senza il voto determinante dei cattolici che continuano a fare sempre gli stessi errori: appoggiano i dittatori, i latifondisti, i padroni, i capitalisti, salvo poi fare la bella faccia a chiacchiere. Vedasi la Santa Maria Gelmini che pronuncia una frase scrittale da Marchionne: “Sto con la Fiat, atto di coraggio…” Che cosa centri poi questa ignorante con i problemi sindacali dell’industria è un mistero della fede tutto italiano.
Che continuino a votare Berlusklaun gli operai e questi saranno i risultati. Per quanto mi riguarda, dopo che la FIAT ha letteralmente rubato 65 anni dei nostri contributi, NON COMPRERO’ MAI PIU’ FIAT NEMMENO SE DOVESSE COSTARE LA META’ DELLE ALTRE AUTOMOBILI.