Silenzio e parola ai campioni. In una guiornata di transizione per il circo dei motori, in attesa del prossimo gran premio di Valencia, a prendere la parola sono stati due ex campioni del Mondo che non hanno mai smesso di gravitare in area Ferrari. Stiamo parlando di Nikki Lauda (tre volte iridato) e Michael Schumacher, alle prese con un clamoroso ritorno in pista.
Per l’austriaco il rimpianto del tedesco, ritiratosi dalle competizioni nel 2006, è quello di aver mollato troppo presto.
“Secondo me ha smesso perchè gli mancava una vera sfida nel circus e non per il fatto che si fosse stufato delle corse, come dimostra il suo impegno nelle moto. Non si è mai liberato dalla voglia di competizione e ora ha un’occasione unica per mettersi alla prova: avrà ostacoli in più rispetto al passato ma questo fa parte della sfida. Sarà interessante guardarlo e tutti gli occhi del mondo saranno su di lui: ha fame di competizione perchè quell’adrenalina è micidiale e non muore mai”.
Dall’altro lato, la risposta di Schumacher non si è fatta attendere. Il sette volte campione del mondo ha confermato in una intervista rilasciata a “La Stampa” quel che già aveva dichiarato a caldo nel momento in cui decise di accettare di sostituire Felipe Massa:
“E’ vero che ho chiuso il capitolo della Formula 1 da parecchio tempo ma non è affatto l’adrenalina che cerco con il mio ritorno. Ero sempre abbastanza rilassato quando correvo e il battito del mio cuore era normale. Amo l’eccitazione del duello che si può condurre al volante. Ma puoi anche provare l’effetto dell’adrenalina lanciandoti da un aereo. Ho la licenza da paracadutista quindi so di cosa sto parlando quando confronto le due esperienze. Ovviamente percepisci l’adrenalina quando stai per cominciare la gara o quando sopravvivi a un incidente. Non ho fatto nulla, neppure le corse in moto, per sentire di nuovo l’adrenalina. L’ho fatto per puro piacere. Non mi aiuta il fatto di non poter effettuare dei test con la vettura, ma i problemi che abbiamo avuto con la macchina quest’anno non potevano essere risolti soltanto correndo in pista. Quando abbiamo iniziato la stagione eravamo un secondo dietro le prime due vetture. Quel tempo fa una grande differenza sulla distanza da percorrere. Ma questi problemi devono essere risolti in fabbrica, non in pista”.