Mai come negli ultimi anni si era vista tanta fiducia in casa Ferrari in vista della fase europea.
A Fiorano il presidente Montezemolo, Alonso e Stefano Domenicali hanno rilasciato le interviste nella giornata dedicata al trentesimo anniversario dalla morte di Gilles Villeneuve. Tutti vogliono la svolta e ci credono. Montezemolo ha chiesto esplicitamente una macchina nuova, in grado di vincere. Alonso ha confermato dicendo che da ora in poi il suo obiettivo sarà quello di diventare campione del mondo.
MONTEZEMOLO CI CREDE – La F2012 è cambiata. I Test al Mugello erano necessari per la squadra di Maranello e a Barcellona tutti si aspettano i fatti. La macchina non è stata stravolta. Il retrotreno sarà la parte soggetta a maggiori attenzioni, con scarichi più semplici e aerodinamica costruita per indirizzare i flussi di aria nelle parti giuste. Montezemolo si è rivolto a tanti giornalisti italiani, ma la sue dichiarazioni avevano sempre lo stesso argomento: cominciare a vincere
Quello che voglio è avere una vettura competitiva a Barcellona. Questo è quello che ho chiesto. I nostri tecnici sono fiduciosi, ma dovremo vedere come i nostri avversari risponderanno. Dobbiamo fare un salto di qualità, avere una vettura più competitiva, meno difficile da guidare, e che dia fiducia ai tifosi.
IN SPAGNA LA DECISIONE – A casa di Alonso ci si gioca il futuro della Ferrari. Forse aspettarsi il miracolo è troppo pretenzioso, ma la competitività e la speranza per le gare successive devono essere evidenti. Se così non fosse, sicuramente per il Cavallino sarebbe meglio ripiegare in un campionato stile 2011 e pensare subito ad un riscatto nel 2013. Alonso ha detto:
Il nostro obiettivo è quello di essere campioni del mondo nel mese di novembre, e se vogliamo avere successo dobbiamo fare meglio di quanto abbiamo fatto finora
Stefano Domenicali ha rilasciato la seguente intervista:
Ci aspettiamo una significativa evoluzione che ci porterà più vicini. Il Gran Premio di Spagna è decisamente aperto, come lo è il campionato. Dico questo perché noi ci crediamo
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