Il Governo ha deciso: nel 2010 stop agli ecoincentivi per l’acquisto di automobili, annuncio dato per bocca del Ministro allo Sviluppo Economico Claudio Scajola. Una batosta per acquirenti e operatori del settore, visto che nel solo 2009 – dati alla mano – sono state registrate oltre 1 milione 50 mila operazioni di richiesta a fronte di altrettante rottamazioni. L’ecoincentivo nasce quale iniziativa politica per garantire un supporto vitale – soprattutto in tempi di crisi economica e settoriale – al mercato delle quattro ruote ma acquisisce, inevitabilmente, una accezione assai più vasta per la capacità di sensibilizzare rispetto alla tematica ambientale: ne è un esempio il caso del 2006, quando vi fu la prima iniziativa di governo volta a incentivare l’acquisto di veicoli nuovi a bassa emissione di gas, euro 4 ed euro 5 e con tanto di rottamazione di veicoli euro 0, 1 e 2. Si è beneficiato degli ecoincentivi anche negli anni a venire: nel 2007, nel 2008, nel 2009.
Proprio l’anno appena trascorso è stato quello nel quale il cittadino ha potuto beneficiare della cifra più sostanziosa per cambiare la propria vettura (bonus massimo di 2000 euro per l’acquisto di veicoli a gpl o benzina gpl. L’inversione di tendenza italiana, con la decisione di sospendere gli ecoincentivi per il 2010, si sposa con la volontà di molti altri paesi europei, in direzione diametralmente opposta rispetto al passato: tale decisione – di sospendere cioè il percorso di assegnazione degli ecoincentivi – lascia prevedere un 2010 difficile. Bastino i dati del primo mese del nuovo anno – con tanto di effetto trainante degli ecoincentivi – per capire cosa potrebbe succedere: stando ai dati resi noti dall’Acea – Associazione dei costruttori europei di automobili – il mercato ha fruttato, nel mese di gennaio 2010, un incremento delle immatricolazioni pari al 13 per cento. Nella Ue, infatti, si sono vendute 1.058.868 auto in più rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Tra i cinque principali mercati, segno meno per la Germania (-4,3%) mentre sono in incremento le vendite in Francia (+14,3%), Spagna (+18,1%), Gran Bretagna (+29,9%), Italia (+30,2%). Il dato che può essere indicativo è quello della Germania: quello tedesco, infatti, è il mercato delle auto per antonomasia ma la direttiva di governo è stata quella di interrompere il corso degli ecoincentivi fin dallo scorso settembre. I risultati – negativi – della scelta sono sotto gli occhi di tutti. Nel 2010, essendo i programmi di incentivo o esauriti o prossimi alla scadenza anche negli altri Paesi europei, la situazione peggiorativa dovrebbe riflettersi anche altrove. Facciano testo le previsioni dei costruttori: “Si dovrebbe registrare un calo del 10% sulle vendite“.