Gli ecoincentivi non incentiveranno nulla, parola dell’Anfia

Teoricamente gli ecoincentivi servono per stimolare le vendite di auto in una nazione, per fare in modo che la gente comune possa essere invogliata ad acquistare mezzi puliti.

ecoincentivi anfia

I parametri dei nuovi ecoincentivi decisi questa settimana vanno in quella direzione, ma sono talmente rigidi che secondo l’Anfia, Associazione Nazionale Fra Industrie Automobilistiche, aiuteranno soltanto le grandi flotte, che siano aziendali o pubbliche, e non serviranno a molto ai cittadini, con la conseguenza che non rilanceranno le vendite del comparto auto.

GLI INCENTIVI 2013

Ma cosa prevedono questi incentivi? In pratica varranno soltanto per le auto che sin da oggi rientrano nei parametri europei delle emissioni stabiliti in 95 grammi di CO2 per chilometro percorso. E fino qui, tutto ok. Il problema è che andranno agli acquirenti di quei veicoli per uso terzi o come beni strumentali. In pratica saranno avvantaggiati coloro che effettuano il car sharing (come i Comuni) o chi ha le auto aziendali. E per i cittadini normali?

electric carA quanto pare non ci sarà nulla, visto che per l’Anfia si tratta soltanto di un tentativo di svecchiare il parco macchine di queste grandi flotte, ma

non ci saranno effetti significativi sulle vendite di vetture ai privati.

L’unico aspetto positivo che può in un certo senso aiutare un po’ tutti noi è che dal 2013 fino al 2015 sono previsti fondi che vanno da 20 milioni per il primo anno a 15 milioni per gli altri due, i quali serviranno per migliorare il piano infrastrutturale nazionale per i punti di ricarica delle auto elettriche e per la ricerca nel settore. I restanti 50 milioni nel 2013 e 45 all’anno per 2014 e 2015  per l’acquisto di veicoli ecologici andranno invece in quel sistema descritto prima.

Questo stanziamento di denaro, più volte ridotto nel corso dell’iter parlamentare, ma pur sempre consistente in rapporto alla generale scarsità di risorse pubbliche avrebbe potuto essere messo a frutto su attività di gran lunga più importanti, quali, in primis, la ricerca tecnologica, non solo per la realizzazione delle reti infrastrutturali per la ricarica dei veicoli elettrici, ma soprattutto per l’innovazione industriale e il rafforzamento della filiera produttiva nazionale, la stessa che, domani, diventerà catena di fornitura della futura mobilità elettrica

ha concluso commentato Roberto Vavassori, Presidente di ANFIA. La materia rimane ancora comunque molto confusa e si attende che venga spiegata meglio in una fase successiva.

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