Repubblica pubblica un’interessante intervista al figlio di Gian Mario Rossignolo, Gianluca Rossignolo, che, se non l’aveste ricordato, fa parte della famiglia che ha acquistato De Tomaso e lo stabilimento un tempo Pininfarina di Grugliasco, nel torinese. Egli è stato nominato Vicepresidente e Responsabile Marketing della casa automobilistica. Di cui, pochi giorni fa, mostrammo il logo rinnovato da Peter Arnell.
La notizia più importante, forse, è che la produzione del primo modello De Tomaso partirà dalla fine dell’anno in corso o, al massimo, all’inizio di quello venturo. Questo per il fatto che, fino ad oggi, lo stabilimento era stato impegnato con la realizzazione di Alfa Romeo Brera e Alfa Romeo Spyder. Ora, con la soppressione della produzione delle due automobili, la linea di montaggio nell’impianto di Grugliasco può essere smontata e rimaneggiata per la costruzione del SUV De Tomaso.
Proprio così: al Salone di Ginevra, momento dell’ufficiale debutto, De Tomaso presenterà un crossover, che verrà commercializzato a partire da aprile (con la pre-serie) e da giugno (con la serie completa). In merito al prezzo della nuova automobile, Gianluca Rossignolo ha rivelato che il SUV costerà «tra gli 85 mila e i 125 mila euro, in base alla motorizzazione. Produrremo due versioni a benzina e una diesel da 260-300 cavalli. Ma sul prezzo sarà il mercato a darci risposte. A novembre presenteremo la vettura ai concessionari e otterremo un primo feedback».
Una vettura poco accessibile, dunque, in special modo all’interno di una recessione concreta. La famiglia Rossignolo e la nuova De Tomaso non paiono preoccuparsene più di troppo: il palliativo della piccola produzione, che è toccata relativamente dalle norme di mercato più ampio, sarebbe sufficiente ad infondere speranza. Rossignolo prosegue: <<[…] Vendendo 1.100 vetture raggiungiamo il punto di pareggio. Noi ne faremo 1.500 il primo anno, 2.500 il secondo, per arrivare a regime a 3 mila auto. Contiamo di collocarne metà in Europa e metà negli Usa».
E poi? Potrebbe arrivare una seconda vettura (ma sembra più il sogno di un fantasticatore), ipoteticamente destinata alle mogli degli acquirenti della prima (una filosofia inedita, ma interessante. E arguta): se la prima De Tomaso, il SUV per capirci, rimarrà appannaggio di imprenditori e professionisti, la seconda, con un costo che si aggirerebbe attorno ai 50.000 euro, avrebbe un bacino più ampio. Le consorti. Ma questa potrebbe essere realizzata solo in Sicilia, nello stabilimento di Termini, che, per ora, è ancora in fase di trattativa.
Nel programma, rientrano anche prodotti di haute couture, al fine di dare, in ogni caso, un’impostazione fashion alla casa automobilistica (come accaduto per la simbologia): firmati De Tomaso, verranno realizzati profumi, borse, magliette ed orologi.
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