Pare quasi certa la notizia che la casa automobilistica italiana De Tomaso, risorta al Salone di Ginevra 2011 con il crossover Premium Deauville, abbia venduto i diritti di produzione proprio di questo modello per 15 milioni di euro ad una società cinese, al fine di affrontare i problemi finanziari che l’affliggono da alcuni mesi. La voce è stata confermata dal management dell’azienda (che ha solo avvalorato la cessione), ma non possiamo darvi assoluta sicurezza in merito ai dettagli (nome dell’investitore, numeri). Proviamo ad approfondire la questione.
Secondo le indiscrezioni che si rincorrono da alcuni giorni, i manager che dirigono De Tomaso hanno stretto un accordo con una società cinese per la cessione dei diritti di produzione del SUV Deauville (e non stiamo parlando dei diritti per l’assemblaggio della vettura solo nello Stato asiatico, ma della licenza che permette di costruire tout court la vettura, ovunque): pare si tratti di NAC, “sorella” di SAIC, altra società del Paese della Grande Muraglia che in Cina produce in collaborazione con General Motors i prodotti di quest’ultimo colosso statunitense. E, guarda caso, De Tomaso Deauville usa un motore General Motors e l’abitacolo di Cadillac SRX. I tasselli di questo misterioso puzzle sembrano andare al loro posto.
La società cinese avrebbe corrisposto a De Tomaso, dell’imprenditore ed ex-manager automobilistico Rossignolo, 15 milioni di euro, forse sufficienti a risanare la situazione di debiti dell’azienda. L’azienda italiana ha fatto sapere che presto risolverà il contenzioso aperto con la finanziaria regionale Sit in merito all’affitto dell’impianto ex-Pininfarina, da cui De Tomaso è stata sfrattata durante la scorsa estate.
Ai lavoratori, nel frattempo, è stata prorogata la cassa integrazione per tutto l’anno 2012.
Che ne sarà di questa vecchia gloria del passato automobilistico italiano? E, soprattutto, con questa liquidità De Tomaso riuscirà a progettare e produrre la tanto promessa erede di Pantera?
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Speriamo solo che questi 15.000.000 di euri
non spariscano nel nulla.Perchè ci sono in gioco 900 e sottolineo 900 posti di lavoro.Tutti anno il diritto di sapere come verrà investito fino all’ultimo centesimo. Occhio signori.