Chrysler, Obama e Marchionne fianco a fianco

Barack Obama consacra e mostra di apprezzare in maniera notevole il percorso intrapreso da Chrysler, che è riuscita a colmare il debito accumulato nei confronti degli Stati Uniti.

Da a Toledo, in Ohio, direttamente nello stabilimento Chrysler: è da lì, con Sergio Marchionne al finaco, che il presidente degli Usa ha salutato gli operai dell’azienda e stretto loro mani riconoscenti per avergli salvato il posto di lavoro. Le prime parole di Obama:

“A breve Chrysler sarà al 100% in mani private. Non potrei essere più orgoglioso di quanto fatto. L’industria dell’auto è tornata: tutte e tre le case di Detroit creano ora occupazione ai ritmi più veloci dal 1990″.

Proprio Marchionne, nella circosatnza, ha avuto modo di intrattenersi con Obama dopo aver garantito, con una tempistica più veloce di quella concordata, il rimborso dei prestiti ai governi americano e canadese e dopo aver stipulato l’accordo con il Tesoro per l’esercizio dell’opzione di acquisto del 6% per 500 milioni di dollari. Non solo: il Lingotto potrebbe incrementare la propria parte di un altro 5% entro l’anno. Lo stesso Marchionne ha avuto modo di esprimersi in merito al processo in atto:

“Sono contento, Chrysler è finalmente indipendente. L’accordo dà una valutazione di Chrysler di 8 miliardi di dollari, il ritorno in Borsa di Chrysler non avverrà prima del 2012. È meglio attendere i risultati trimestrali dell’intero 2011 e un mercato migliore. Fiat ha le risorse per acquistare la quota del Veba, ma non sta trattando”.

Il compito e l’obietivo imminente di Marchionne, intanto, è quello di definire una equipe di 25 persone per la supervisione e gestione delle due società come unica entità. Ancora Obama:

“Con il salvataggio di Detroit abbiamo evitato una caduta libera dell’economia, con la crisi si sono persi 8 milioni di posti di lavoro. La ripresa è lenta: ci vuole del tempo per guarire e sulla strada della ripresa ci sono degli ostacoli. Gli Stati Uniti devono ricostruire la loro economia. Dobbiamo spendere meno e tagliare dove è possibile. I tempi, dal punto di vista del bilancio, sono duri”.

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