Dopo le lodi del Presidente Obama, Sergio Marchionne continua a riscuotere consensi oltreoceano grazie agli ottimi risultati fatti registrare da Chrysler nel secondo trimestre dell’anno.
La sorella piccola di Detroit ha ottenuto un utile operativo di 183 milioni di dollari, con un aumento del 23% rispetto al trimestre precedente, e dei ricavi pari a 10 miliardi e mezzo di dollari, con un aumento dell’8% rispetto ai primi tre mesi dell’anno. Le perdite, inoltre, sono scese da 197 a 172 milioni, facendo ben sperare la Casa Bianca per la restituzione dell’ormai famoso prestito governativo.
“Sono numeri importanti – ha commentato Marchionne – di fronte ai quali è matematicamente impossibile non ritoccare al rialzo gli obiettivi per quest’anno“. L’AD di Fiat e del colosso USA ha poi tessuto le lodi del nuovo Jeep Grand Cherokee, che secondo lui è “il miglior veicolo prodotto nella storia di Chrysler” che “ha già ricevuto 70.000 ordini“. Numeri alla luce dei quali il manager italiano sta addirittura pensando di aggiungere un terzo turno di lavoro all’impianto dove viene assemblato il veicolo.
Che dire? Davvero un’altra musica rispetto alla situazione italiana. Almeno per ora.
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