Dall’altra parte dell’oceano le attenzioni sono tutte concentrate sul Salone di Detroit e sulle novità ivi presentate, mentre, al contrario, il Vecchio Continente non riesce proprio a sorridere. Infatti, se negli Usa si può certamente guardare con maggiore fiducia alla ripresa del mercato delle quattro ruote, in Europa non si finisce mai di stabilire record in negativo.
Infatti, in base a quanto evidenziato dagli ultimi dati rilasciati dall’associazione dei produttori ACEA, il settore automotive europeo non ha mai toccato un punto così basso dal 1993: in modo particolare, si tratta del livello medio di perdita, che in tutti i 27 paesi dell’Unione Europea si è aggirato intorno all’8,2% durante lo scorso anno. In Italia, ovviamente, non può esserci che una situazione del tutto simile al resto dell’Europa, se non peggiore.
NON SORRIDE FIAT
Infatti, nel 2012 il mercato auto italiano ha registrato dei dati che si possono tranquillamente inserire tra i peggiori del Vecchio Continente, con una riduzione pari al 19,9% rispetto al 13,9% della Francia, al 13,4% della Spagna e al 2,9% del mercato tedesco.
In positivo, in pratica, rimane solo il mercato britannico, che registra un aumento pari a 5,3%.
Come si può facilmente intuire, il marchio di riferimento in Italia, ovvero Fiat, non può certamente sorridere, visto che si trova al settimo posto nella classifica dei maggiori produttori europei per immatricolazioni.
Una delle poche consolazioni per il marchio del Lingotto arriva dal fatto che BWM è distante solamente 735 auto vendute: entrambi i costruttori possono contare su una quota di mercato che si aggira intorno al 6,4%.
BENE SOLO VOLKSWAGEN
In cima alla classifica delle immatricolazioni nel 2012 troviamo il gruppo Volkswagen, mentre il gruppo PSA e Renault (nonostante quest’ultima abbia dovuto fare i conti con una riduzione pari al 18,9%) si devono accontentare, rispettivamente, del secondo e del terzo posto.
Guardando singolarmente i vari costruttori, possiamo notare il notevole calo di GM, con immatricolazioni ridotte del 33,5% nel 2012, ma anche di Alfa Romeo, che ha dovuto fare i conti con un crollo pari a 31,1%.