La crisi economica ha portato negli ultimi anni ad un calo delle immatricolazioni delle automobili. Il calo riguarda un po’ tutto il settore, ma nell’ultimo anno sono letteralmente crollate quelle fasce alte che riguardano le auto di lusso che hanno superato il 33% di segno negativo nelle vendite per l’anno in corso. Il calo riguarda tutti, come dicevamo, ma in particolare le due estremità del mercato, quella alta e quella bassa. Chi invece risponde bene alla crisi pare essere il segmento D che ha fatto registrare un calo tutto sommato contenuto. Come mai?
Il motivo è da ricercarsi nei minori consumi. Si tratta infatti di automobili che dal punto di vista del comfort e dei servizi sono appena un gradino sotto ai suv e alle altre auto “da ricchi”, ma pur non costando di certo poco, non si possono considerare di lusso. Il peso maggiore sta nel fatto che i consumi ridotti portano ad una serie di spese inferiori che oggi sembra che nemmeno i ricchi possano più permettersi.
COME RILANCIARE IL MERCATO DELL’AUTO – A confermare questo sospetto arriva un sondaggio effettuato dal Censis secondo cui gli italiani riprenderebbero a comprare le auto se lo Stato li aiutasse. Come? Le soluzioni proposte sono tre: gli incentivi, richiesti dal 44% degli intervistati, l’abbassamento del costo della benzina (che come si sa per più della metà è composto da accise) che richiede quasi un italiano su tre, e l’abolizione del bollo che ci viene promessa da 10 anni ma che ancora non si vede, rischiesta dal 19% degli intervistati.
Da qualche tempo ci si sta concentrando sul costo del carburante che secondo i gestori delle pompe può ridursi di almeno 10 centesimi al litro se si tagliasse qualche accisa inutile (tipo la guerra in Abissinia), ma a quanto pare sono gli incentivi a pesare più di tutti. Non solo sull’acquisto di auto pulite, ma si potrebbe ad esempio agire sull’assicurazione, o magari sugli incentivi statali sulle auto Made in Italy.
Secondo Stefan Jacoby, presidente e amministratore delegato della Volvo, gli incentivi servono prima di tutto per le auto elettriche perché costando tanto ed essendo, almeno al momento, piuttosto scomode per la questione della ricarica, si rischia che entro il 2020 il loro numero non raggiunga nemmeno l’1% delle auto in circolazione, cifre molto lontane da quelle previste dalle case automobilistiche.
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