Con Brabham se ne va un pezzo di storia di Formula Uno

Jack Brabham

Dire Jack Brabham significa ripercorrere un periodo della storia della Formula uno e della storia dei motori. L’ex pilota è morto all’età di 88 anni nella sua casa in Australia e il mondo delle auto lo ricorda come uno dei personaggi che hanno segnato l’automobilismo. Un personaggio tra i più particolari, pilota campione del mondo per tre volte, nel 1959, nel 1960 e nel 1966, meccanico e quasi ingegnere. Una delle sue particolarità è avere vinto un titolo mondiale, quello del 1966, con un’auto creata da autodidatta e lui nel ruolo di meccanico e pilota.

 

Un grande pilota di auto, e anche di aerei, ha creato il marchio nel 1962 e poi lo ha ceduto a un socio continuando a correre. L’eclettico, vincente e geniale pilota e meccanico è nato in Australia. Il primo australiano a vincere un campionato di Formula Uno, era nipote di immigrati inglesi. Ha visto due guerre e ha sempre cercato di seguire e di farsi strada nella sua passione. Un uomo di poche parole e di tanti fatti.

Duro nella competizione ma nominato “Sir” dalla Regina d’Inghilterra per meriti sportivi. Un pilota che è passato alla storia anche per avere spinto a mano la sua auto rimasta senza benzina sul traguardo nel 1959 per vincere il mondiale.

Il pilota di successo nel tempo lascia il posto al costruttore e al marchio in Formula Uno. E il nome torna alla gloria con Nelson Piquet che vince con la Brabham due mondiali nel 1981 e nel 1983. Queste sono stagioni in cui l’auto è competitiva in Formula Uno ed è guidata da piloti di grande capacità ed esperienza.

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